Martedì 26 Novembre 2024 - Anno XXII

Lamento inascoltato di un Tour Operator di “nicchia”

Gian Paolo Bonomi Un bel giorno un quotidiano del Trade Turistico chiama un Tour Operator “di nicchia” e gli chiede di intervistarlo. Il titolare gli passa l’addetto ai Contatti Stampa che chiede “se può dire quello che pensa”. Il giovanotto del quotidiano del Trade Turistico gli dice che sì, può dire “quello che pensa”. E allora l’addetto ai Contatti Stampa del Tour Operator “di nicchia” dice “quello che pensa”. Tutto ok, salvo il fatto che quello che “aveva pensato” il Contattante Stampa del Tour Operator “di nicchia” non è stato mai pubblicato. Lo è (pubblicato) adesso, perché mica si può … Leggi tutto

Gian Paolo Bonomi
Gian Paolo Bonomi

Un bel giorno un quotidiano del Trade Turistico chiama un Tour Operator “di nicchia” e gli chiede di intervistarlo. Il titolare gli passa l’addetto ai Contatti Stampa che chiede “se può dire quello che pensa”. Il giovanotto del quotidiano del Trade Turistico gli dice che sì, può dire “quello che pensa”. E allora l’addetto ai Contatti Stampa del Tour Operator “di nicchia” dice “quello che pensa”.
Tutto ok, salvo il fatto che quello che “aveva pensato” il Contattante Stampa del Tour Operator “di nicchia” non è stato mai pubblicato. Lo è (pubblicato) adesso, perché mica si può dire sempre e  soltanto cose banali e scontate. O no?

Domanda – Quali sono i pacchetti viaggio più venduti e quali i più originali su cui puntate?
Risposta –  I più venduti sono i Fly&Drive e i “viaggi intelligenti”, a tema, “su misura”. I viaggi sui quali si punta sono quelli “più originali”, proposte che “gli altri” (nel senso dei grandi tour operator, obbligati per motivi di fatturato a operare sui grandi numeri) non hanno. Vedi la “nicchia” degli itinerari storici o culturali o gastronomici, delle piccole catene di alberghi di “charme” e “trendy”; vedi le alternative al turismo di massa di charter e albergoni.

Colorado, Denver
Colorado, Denver

D – Che tipo di novità state studiando per rendere più appetibile l’offerta (organizzative, scelta di nuove aree d’interesse, maggiori servizi?) Cos’è cambiato rispetto ai viaggi del passato?
R – Non è allo studio nessuna novità, ai “tour operator di nicchia” non resta che campare mediante il solito “palla avanti e pedalare” e sperare nel buon cuore della stampa turistica, che – così “dipendente” dalla pubblicità dei grandi tour operator – in effetti non ha tempo per ricordarsi di chi non “fa la rèclame” per ovvi motivi di dimensioni e di budget. Né si scelgono “nuove aree di interesse” (con le sempre crescenti difficoltà – vedi più avanti – di contenere le perdite nelle “aree vecchie” sarebbe stolto andare a cercare nuove difficoltà in aree nuove). D’altro canto un “operatore di nicchia” resta quasi sempre fedele alle sue “expertise” e quindi va raramente alla ricerca di “novità”, nuove destinazioni, preferendo invece migliorare, abbellire l’orticello che già possiede e conosce.
E’ invece il grande tour operator che può permettersi di “inventare a capocchia”, magari facendolo solo “per marketing”.
Quanto al “cos’è cambiato rispetto ai viaggi del passato”, è cambiato tutto o quasi; si è di fronte a un cambiamento epocale. E’ scomparso il viaggetto piccolo/ medio (per spiegarci, il “pacchetto volo + soggiorno”) che un tempo né il “privato” né l’agenzia viaggi “dettagliante” avrebbero  saputo organizzare; mentre adesso chiunque, o quasi, “si monta il viaggio” in internet e dove qualcuno non ci riesce, ecco la compagnia aerea low-cost che fotte tour operator di nicchia e agenzie viaggi fornendo, oltre al volo, i servizi a terra, albergo e auto, necessari per “montare un pacchetto”.

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Messico, San Miguel de Allende
Messico, San Miguel de Allende

D – Su che “plus” fate leva per combattere la concorrenza dei vettori low-cost e le formule di viaggio indipendente?
R – Che “leva” si può mai fare? Non resta che ricorrere al già citato “palla avanti e pedalare” e all’invio di qualche maledizione (mica è reato ricorrere alla jettatura) alle compagnie aeree low-cost, non perché fanno volare low-cost, ma perché “fanno gli agenti di viaggi”; roba che gli agenti di viaggi dovrebbero comprare degli aerei e far concorrenza alle compagnie.
Ma con l’invio di uccelli del malaugurio, non si sistemano i bilanci.
L’unica (e vera) “leva” consiste nel ricorrere a tanta tanta esperienza, serietà, expertise, know how e sperare nella professionalità delle agenzie dettaglianti.
Ma molte di queste ultime sono, ahinoi, succubi dei “net”/gruppi di acquisto e le loro impiegate delle cosiddette “sales”, alias venditori dei grandi tour operator, che le visitano ben azzimati e col gèl sulla capoccia.
Dal che si evince che la professionalità – consistente nel tenersi informati eppoi dare al cliente il prodotto che si ritiene migliore e non quello “più pubblicizzato” o ritenuto buono solo perché portato da un bel fusto con il gèl – va a farsi benedire. E a ‘sto punto se manca la professionalità (delle agenzie viaggi) vanno a farsi benedire pure i “plus” e le “leve”.

D – Cosa richiedete all’agente di viaggio per vendere meglio le destinazioni?
R –  La (vedi sopra) professionalità; che poi consisterebbe nel leggere – almeno una volta – i cataloghi dedicati alle più importanti destinazioni, ma si sta chiedendo la luna…

D – Quanto incidono sulla programmazione i last minute e l’advance booking?
R – Per chi fa la “nicchia” non incidono per nulla. Un artigiano che lavora un oggetto pezzo per pezzo, non sta lì a tentare di prevenderlo, né ha tempo e voglia e capacità e strumenti (e dignità) per svendere quanto gli è rimasto in bottega.

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