Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

A zonzo nel nord della Spagna, nei “pequeños” hotel di “Rusticae”

Corrida a Pamplona Stavo per non farcela. Nel senso che non trovavo nessuno che mi facesse compagnia (a una certa età viaggiar da solo rende tristi) nella mia tradizionale (quasi annuale) andata a Pamplona a salutare San Fermìn e la sua hemingwayana Feria. E invece ecco che “el mè amìs Sergio” non disdegna l’idea di una ancorché breve (ha pochi giorni liberi, da giovedì a lunedì) gita nel nordovest della Spagna, prevedendosi oltre alla “pamplonica” Navarra anche i Paesi Baschi e parte della Castilla y Leòn. Un blitz (ancor più lodevole perché oltre alle succitate Comunidades si è pure visto … Leggi tutto

Corrida a Pamplona
Corrida a Pamplona

Stavo per non farcela. Nel senso che non trovavo nessuno che mi facesse compagnia (a una certa età viaggiar da solo rende tristi) nella mia tradizionale (quasi annuale) andata a Pamplona a salutare San Fermìn e la sua hemingwayana Feria.
E invece ecco che “el mè amìs Sergio” non disdegna l’idea di una ancorché breve (ha pochi giorni liberi, da giovedì a lunedì) gita nel nordovest della Spagna, prevedendosi oltre alla “pamplonica” Navarra anche i Paesi Baschi e parte della Castilla y Leòn. Un blitz (ancor più lodevole perché oltre alle succitate Comunidades si è pure visto parte della bella Aragona) che qualche benevola divinità benedicentemi ha trasformato in una vera e propria trasferta da me piacevolmente sostenuta.

Il “bigamo-legale” in Castilla e Aragona

Sanfirmines a Pamplona
Sanfirmines a Pamplona

Con lo stesso aereo che dall’aeroporto di Valladolid ritrasvolava  Sergio a Milano-Bergamo, sono stato infatti raggiunto dalla Marcella, mia seconda moglie (che poi sarebbe anche la prima: meglio avere soltanto un nemico da combattere, suggeriva saggiamente Von Clausewitz). E con lei (da lunedì a giovedi) si è provveduto a dare una ripassatina all’estremo ovest della Castilla y Leòn, a partecipare a una Feria del “Ajo” (aglio) e persino a cercare “Huellas” (tracce, orme) ebraiche tra i monumenti Mudèjar dell’Aragona, dopodiché all’aeroporto di Zaragoza ho infilato la “doppia lady” sull’aereo per Milano-Bergamo e mi sono soffermato nella capitale aragonese grazie a un “famtrip” stampa dedicato all’Expo 2008).
Le due gite nordispaniche (con Sergio e con Marcella) saranno pertanto oggetto di un raccontino suddiviso in altrettante puntate. Importante dettaglio che potrebbe vieppiù interessare la mia cortese aficiòn lettrice, i pernottamenti. Che sono avvenuti nei Pequeños Hoteles con Caracter della benemerita Rusticae, di cui curo pierre e stampa nel Belpaese, una grande (ormai decennale) idea turistica di Isabel Llorens e Carlota Mateos. Due ragazze asturiane che, stufe di vedere la gente inscatolata nei lagerizzanti megalbergoni del turismo di massa, si sono messe a pettinare la Spagna (e in seguito  Portogallo, Marocco, Argentina e Cile) selezionando e proponendo (splendida non meno che elegante la Guida Rusticae 2008) piccoli alberghi e case “rurales” con “encanto”, buon gusto, dalle dimensioni umane, dove chi arriva non è un numero, un normale cliente, ma va bensì trattato da ospite intrigandolo con attenzioni e dettagli non banali.

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Uncastillo, Posada la Pastora
Uncastillo, Posada la Pastora

Con Sergio si vola dunque (Low Cost Ryan Air, al check-in hai persino paura che ti pesino pure il fazzoletto come bagaglio a parte) a Zaragoza, si prende un’auto e si punta verso Uncastillo, nelle cosiddette Cinco Villas (cinque cittadine un tempo di grande importanza storica, nella terra d’Aragona confinante con la Navarra). Ci aspetta Miguel, titolare della Posada la Pastora, solo dieci camere e una recepciòn in cui dominano pietra e legno (belli i soffittti con “vigas” (travi) di vero legno dei non lontani Pirenei. Uncastillo rappresenta uno di quei fenomeni cultural-turistici che mi fanno ritenere la Spagna più valida dell’Italia. Quanto a grandi città d’arte il Belpaese gioca senza problemi “assi pigliatutto” (Roma, Venezia, Firenze) ma (fatta ovvia eccezione per cittadine e paesi soprattutto del centro Italia) tante località minori lasciano a desiderare quanto a storia, monumenti, opere d’arte (la colpa? soprattutto invasioni, occupazioni, ruberie e razzie dello straniero di turno, oltre a una povertà appunto dovuta alla presenza dei citati Lorsignori). In Spagna, invece, quasi ogni villaggio, paese, cittadina possiede una rimarchevole chiesa, una storica piazza, bei palazzi e monumenti. E Uncastillo è uno di questi posti cui dedicare almeno un paio d’ore.

Paesi Baschi, tra Francia e Spagna

Bardenas Reales
Bardenas Reales

Dalle Cinco Villas si punta verso il gran finale dei Sanfermines di Pamplona non senza, però, avere attraversato l’affascinante deserto (42.500 ettari) delle Bardenas Reales, fabbricato per il viaggiatore da milioni di anni di erosione terrestre. Lo svelto pinnacolo del Castildetierra inquieta davvero. Verso le quattordici, nella Plaza del Castello di Pamplona (manca solo un giorno al “pobre de mi lamento” recitante la fine della Feria) qualche giovane comincia a stiracchiarsi dopo la notte in gozzoviglie e la mattinata dormita in gruppo sull’erba, all’ombra di alberi compiacenti.
Si cercano subito i biglietti della corrida (una “entrada” in “andanada” (piccionaia) 40 €, i toros costano cari; se ti vuoi trattare bene una settimana ai Sanfermines può richiedere un mutuo. “Tarde de toros” così così, bravi i toreri ma non i tori, ma la corrida è come l’amore, per farlo bene occorre essere in due.

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Vera de Bidasoa, Hotel Churrut
Vera de Bidasoa, Hotel Churrut

Si lascia Pamplona (a una certa età meglio onorare Hemingway con veloci apparizioni e defilarsi, una Feria vissuta appieno potrebbe annichilirti) per Vera de Bidasoa, ultima località navarra prima della “Douce France” basca; sono quattro le province basche appetto alle tre spagnole e a pochi chilometri (solo 25) da Donostia che poi sarebbe San Sebastiàn.
Notte nell’elegante (ma si parla sempre di sole 12 doppie e 5 suites, quindi “pequeño”, a misura d’uomo) Hotel Churrut (sempre Rusticae è)
dove per Churrut si intende una famiglia di Bilbao di grandi tradizioni e censo (assicurazioni). Questa loro casa è divenuta un albergo, ma familiare, quasi un minimuseo (quadri d’epoca, arredo intatto nei secoli, scritti autografi di letterati universalmente noti, documentazioni storiche) spiegato e commentato dal più giovane rampollo del casato, più realizzato nel gestire la casa avita aperta agli ospiti, ai piedi dei Pirenei, che a “trabajar” nella grande città consumistica tra clacson e bollettini di Borsa.
La gita nordispanica prosegue (alla prossima puntata) con Sergio e lo scrivente nei Paesi Baschi (e dintorni).

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