Fontina, fromadzo, toma di Gressoney, reblec, salignoun, seras, formaggi freschi, caprini, brossa, lardo di Arnad, jambon de Bosses, salamini di carne bovina e suina, sanguinacci, mocetta, teteun, tegole, torcetti, farine, pane, miele, marmellate, aceti, olio di noci, mele renette, castagne, pere martin sec, porri, patate; più tutti i vini Doc della regione: dall’Enfer d’Arvier al Chambave, dal Torrette al Nus, dal Petit Rouge al Petite Arvine, dal Donnas al Fumin; quindi distillati, grappe, génepy.
Bard, che conserva il suo assetto urbano medievale recentemente restaurato in occasione del recupero del forte, custodisce pregevoli testimonianze di edifici del XV e del XVI secolo quali casa Challant, nella piazzetta centrale – che presenta particolari decorativi e architettonici affini a quelli del castello di Issogne – casa Ciuca, casa della Meridiana, casa del Vescovo, casa Valperga, oltre all’elegante palazzo settecentesco dei nobili Nicole, ultimi conti di Bard. Nelle vie e nelle piazze del paese in occasione della suggestiva kermesse enogastronomia giunta alla quarta edizione nel 2007, animazioni, musica e rievocazioni degli antichi mestieri.
Antichi e moderni sapori
Ecco cosa si potrà trovare il 14 ottobre al Marché au Fort, la più ampia vetrina delle produzioni agroalimentari del territorio valdostano a Bard, paese sentinella della Valle d’Aosta, situato nella bassa vallata sulla sinistra orografica della Dora Baltea, a un passo da Pont-Saint-Martin.
Lungo la via principale del borgo di impronta medievale, chiuso nell’omonima gola ai piedi dell’imponente forte del primo Ottocento, sulle bancarelle, nelle cantine, nei locali aperti di domenica per l’occasione: degustazioni, percorsi guidati tra i sapori dell’enogastronomia locale e un centinaio di produttori grandi e piccoli che illustrano le tecniche di lavorazione e le proprietà nutrizionali delle proprie eccellenze culinarie e vendono i prodotti Doc, Dop e tradizionali.
Innanzi tutto la fontina, base della gastronomia locale, universalmente nota, usata in ricette come la fonduta e la zuppa alla “vapelenentse” (preparata con brodo, cavolo, verza e pane integrale); poi la “mocetta” (carne essiccata, nata per la necessità di conservare a lungo la carne per il fabbisogno familiare) che tutti i frequentatori della regione montana autonoma conoscono; il celebre lardo di Arnad e il “jambon de Bosses”, prosciutto crudo speziato con erbe di montagna, che viene prodotto a 1600 metri di altitudine a Saint-Rhémy-en-Bosses, nella valle del Gran San Bernardo. Già meno scontati il “martin sec”, piccola pera di colore ruggine che si assaggia prevalentemente sciroppata o cotta nel vino e i formaggi “salignoun” (ricotta piccante) e “seras” (ricotta da consumare fresca oppure salata e stagionata) mentre il “teteun” è una vera rarità: trattasi di mammelle di mucca poste in salamoia, pressate e bollite, che vengono servite con una salsa verde a base di prezzemolo, olio e aglio in particolare a Gignod, in occasione della “fêta du teteun”, l’ultima domenica di agosto.