Colombo: “nemo propheta in patria sua”
Ma – domandina – in occasione del 12 ottobre non potrebbe (anche) il Belpaese approfittare della data, ad esempio, “sfruttando” la “genovesità” di Colombo, i cui concittadini non lasciano nulla di intentato pur di “avere la sua convenienza”, fosse solo per farsi un po’ di pierre nel mondo; nello Stivale si preferisce fare soltanto la parte dei sarti, pardon, degli stilisti e dei pizzaioli, laddove però, nel caso della pizza nulla si guadagna imperocché i napoletani, nonostante si vantino di essere “furbi”, non hanno mai depositato un copyright su Marinara e Margherita.
Sembra invece che agli italiani del 12 ottobre non gliene freghi proprio un bel niente, mentre si festeggiano altre date di cui si potrebbe anche fare a meno se non fossero volute, per non dire imposte (e un paio sono state obbligatoriamente ripristinate) da chi è succeduto al citato papa Innocenzo VIII.
In attesa di “feste” italiane…
Peccato, perché di italica (quantomeno di discendenza) gente in giro per il mondo ce n’è parecchia e forse forse meriterebbe qualcosa di più (perché chi emigra si fa sempre un mazzo così, chapeau!) e stai a vedere che, attirati da chi ogni tanto si ricorda delle comuni origini, gli ex italiani e/o chi tuttora parla italiano potrebbe anche fare un salto nello Stivale (e far così felice il vicepremier e ministro turistico Rutelli che – poco sapendo di Turismo Incoming – continua a sperare in Babbo Natale, ma di viaggiatori costì ne arrivano sempre meno.
Ma forse forse possiede più identità nazionale chi se n’è andato appetto a chi è rimasto, vedi (a fronte del più sopra lamentato silenzio tra le Alpi e Capo Passero) nella newyorchese Broccolino i tradizionali festeggiamenti con parata in occasione del Columbus Day.
… ci sono pur sempre quelle spagnole!
Viva il 12 ottobre “spagnolo”, dunque, in attesa di un Viva un 12 ottobre “italiano”.
E soprattutto un Evviva al 12 ottobre, perché quinto compleanno (guarda caso, dia de la Hispanidad, e il “muchacho” davvero vale un Perù, terra d’origine della madre) del mio “queridisimo” nipote Xavier, eppertanto tanti auguri dal suo “abuelito”.
post scriptum – Chi mi accusasse di “nepotismo letterario” per avere fatto gli auguri a Xavier, pensi piuttosto a quello che hanno combinato i pro-nipoti del citato papa Borgia – quel dritto della Mecca che secondo Marino cambiò pure il corso della Storia – e il mediceo Leone X, che appena gli nasceva un parente lo nominava cardinale d’amblè. Colombo invece no, pensava solo ai figli: fatta la cresta sui conti delle spese americane, portava il malloppo alla Cartuja di Siviglia al suo Marcinkus personale, al secolo Fray Gorricio de Novara, nato appunto nella amena città piemontese eppoi trasferitosi in Andalusia con due fratelli, pure loro frati. Amen.