Sabato 4 Maggio 2024 - Anno XXII

12 Ottobre… complimenti a “Christo Ferens” e auguri a Xavier!

Parata per il “Dia de la Hispanidad”12 Ottobre, scoperta dell’America, Fiesta Nacional in Spagna nonché “Dia de la Hispanidad” (la cui patrona, la Virgen del Pilar è festeggiata a Saragozza in una atmosfera di grande tripudio). Ai tempi di Franco la data era nota come “Dia de la Raza” e così è chiamata in alcuni Paesi dell’America Latina. Ad esempio a Panamà, dove ho recentemente trascorso un 12 ottobre, comunque non festivo. Secondo il cosiddetto revisionismo storico, infatti, ci sarebbe poco da festeggiare, visto che i bianchi non si comportarono certamente da “caballeros” (o “gentlemen!) prima con i nativi Indios … Leggi tutto

Parata per il
Parata per il “Dia de la Hispanidad”

12 Ottobre, scoperta dell’America, Fiesta Nacional in Spagna nonché “Dia de la Hispanidad” (la cui patrona, la Virgen del Pilar è festeggiata a Saragozza in una atmosfera di grande tripudio). Ai tempi di Franco la data era nota come “Dia de la Raza” e così è chiamata in alcuni Paesi dell’America Latina.
Ad esempio a Panamà, dove ho recentemente trascorso un 12 ottobre, comunque non festivo. Secondo il cosiddetto revisionismo storico, infatti, ci sarebbe poco da festeggiare, visto che i bianchi non si comportarono certamente da “caballeros” (o “gentlemen!) prima con i nativi Indios (o Redskins) eppoi con gli importati Africans. Se così fosse e tralasciando il dettaglio che nessun conquistatore ha mai studiato dalle Orsoline, ma non per questo la Lombardia dovrebbe cambiare nome solo perché quegli invadenti dei Longobardi si presentarono molto maleducatamente, quel  baloss del Colombo non andrebbe commemorato perché reo di aver fatto da apripista a morti di fame (tali erano gli hidalgos) che in effetti, e su questo non ci piove, qualche disagio ai già residenti lo arrecarono. Resta il fatto che (revisionismo o non revisionismo) sulla Scoperta dell’America crediamo di sapere tutto ma sappiamo anche il contrario di tutto: cioè (quasi) niente; nel senso che già sul solo concepimento si sta ancora facendo un gran casino (vedi più avanti papi, re & C.).
A ogni buon conto l’importante è che l’America sia stata scoperta (prima o poi doveva succedere).

Colombo…in “volo”, tra Italia e penisola Iberica

12 Ottobre... complimenti a “Christo Ferens” e auguri a Xavier!

Ciò premesso, a questo punto poco importa:
–    se Colombo o Colòn o Cristoforo o Cristobal o Christo Ferens,
–    se nacque a Genova o a Lisbona
–    se era di fede cristiana o judìa
–    se aveva messo su (come garantisce il mio amico Ruggero Marino in un paio di libri sulla vicenda) una bella “combine” (per cuccarsi La Merica) col papa Innocenzo VIII dei Cybo, famiglia guarda caso ligure e imparentata coi Medici e invece, per la morte del pontefice (veleno? vedi sotto) sette giorni prima della partenza del Navigatore da Palos si ritrovò a dover lasciare tutto quel bel pezzo di Terra Scoperta (ma “dicunt” che a tentarne l’urbanizzazione c’erano già stati i Vichinghi e/o i Fenici) ai Reyes Catolicos
–    se, ri-guarda caso, sogghigna Marino, il papa che gli subentrò, Alessandro VI, Borja/Borgia
–    valido nepotista della nota famiglia specializzata in veleni, era spagnolo.
Chissenefrega, poco importa di tutto ciò, e veniamo al 12 ottobre.

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La soperta dell'America
La soperta dell’America

Data in cui la Spagna festeggia un (ex) impero che durò tre secoli (ogni riferimento a un Paese che recentemente si ritrovò un impero durato solo nove anni – storicamente, come possesso, solo quattro – è puramente casuale).
Un (se così si può dire) “enormissimo” impero (quello su cui il sole non tramontava mai) che tra i sudditi contava pure tre quarti d’Italia (il Milanesado e tutto i Sud).
Ma a essere festeggiata il 12 ottobre non è la Storia bensì la cultura spagnola (e quanto ne consegue, anche in vili termini economici) arricchita da un lascito oggidì valutabile in quattrocento milioni di esseri umani che parlano la lingua di Cervantes. Tanto per fare paragoni con le italiche vicende – e datosi che gli spagnoli sono quaranta milioni – è come se seicento milioni, un decimo, di appartenenti all’umanità parlasse italiano. E invece, se andiamo all’estero, non possiamo neppure contare sui peraltro cari – nel senso affettivo – svizzeri ticinesi, perché mica sarà italiano quella loro parlata che più lombarda non si può. Da parte degli spagnoli di festeggiare (con vanto) la “Scoperta”, v’è dunque ragione (e diritto).

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