Fram, Kon-Tiki e Ra II, orgoglio di un popolo
Al suo fianco, si alza imponente lo stabile costruito intorno alla nave polare Fram.
Questa goletta, varata nel 1892, si spinse verso le isole della Nuova Siberia e sulla via del ritorno si avvicinò al Polo Nord, in un viaggio che durò quattro anni. Ora riposa vicino al mare e i visitatori possono salirvi a bordo e ammirarla nei suoi trentanove metri di lunghezza.
Ogni particolare è conservato con cura. Nella stiva buia sono ancora sistemati i vecchi abiti in pelle, le slitte, le racchette che servirono a Roald Amundsen per scoprire il Polo Sud.
Sbarcato sulla banchisa del Mare di Ross, in Antartide, l’esploratore scandinavo precedette, in una furibonda corsa contro il tempo e i ghiacci eterni, l’inglese Robert Falcon Scott e il 14 dicembre del 1911 vi piantò la bandiera norvegese. Amundsen è un eroe nazionale, così come Thor Heyerdhal, cui è dedicato il Museo Kon-Tiki, appena fuori dallo stabile della Fram. Qui, si può ammirare la zattera in balsa sulla quale l’esploratore navigò dal Perù per raggiungere la Polinesia nel 1947. Ma non è la sola: infatti, il museo ospita anche l’imbarcazione di canne totora Ra II, realizzata dagli Aymara, un popolo che vive nell’isola boliviana di Suriqui sul lago Titicaca. Sempre Heyerdhal, confidando nella loro abilità di costruttori e nelle stelle, si mise al timone della barca, sfidò l’Atlantico e lo attraversò nel 1970.
Navi Vichinghe
Ma chi desidera vedere i progenitori di questi grandi navigatori deve fare un tuffo nella natura norvegese e abbandonare il piazzale che ospita i tre musei, attraversare a piedi sentieri in cui il verde dei campi e i colori sfavillanti dei fiori spezzano l’asfalto di strade strette, per arrivare all’enorme edificio che conserva gelosamente tre navi vichinghe. Sono state ritrovate dopo alcuni scavi nella zona della Oslofjord: le imbarcazioni furono portate a terra per essere usate come tombe. L’antica stirpe dei navigatori guerrieri aveva pensato di seppellire i propri morti con tutto il necessario per affrontare l’ultimo periglioso viaggio nell’aldilà: cibo, mobili, gioielli preziosi, tappeti e sculture. Queste barche si sono conservate sino ai giorni nostri grazie all’argilla blu nella quale furono interrate. La più imponente è la Oseberg: misura ventidue metri, lungo i quali trenta rematori sedevano durante le traversate. Sculture di serpenti e draghi la decorano e la rendono minacciosa. La sua camera funeraria ospitava la più ricca collezione di manufatti di tutta la Scandinavia. Purtroppo è andata perduta, come quella che si trovava sulla Gokstad, la più robusta e la più bella, di ventiquattro metri di lunghezza. Dell’ultima, la Tune, sono rimasti qualche asse e alcuni frammenti lignei. Tutte, sono tuttavia testimoni fedeli di gesta eroiche e di viaggi epici di un popolo nato col mare e che di mare ancora vive.
Oslo, nei Musei cittadini, la storia norvegese
In città ci sono sessanta musei che racchiudono la storia e le tradizioni di un intero Paese. Una delle principali attrattive è la Galleria Nazionale che ospita il ritrovato “Urlo” di Munch. Un’altra è il museo Vigeland, dedicato al famoso scultore che ha reso immortale l’omonimo parco alla periferia di Oslo. Poi ci sono i musei del Cinema, della Resistenza, della Scienza e Tecnologia, delle Telecomunicazioni, dell’Infanzia e persino quello della Birra che qui scorre a fiumi. Imperdibile è il museo del Folclore norvegese, il più grande all’aperto di tutta la nazione. Ospita centoquaranta edifici di ogni parte del paese scandinavo, quasi tutti del XVII e XVIII secolo. Sono stati smontati, trasportati e ricostruiti qui, in mezzo ai grandi sentieri verdi, dove sorgono vecchi granai e fattorie di legno grezzo, sormontate da tetti d’erba con fiori selvatici. C’è anche la riproduzione di una città norvegese dei primi anni del XX secolo, chiamata Gamlebyen, con un negozio del periodo e un vecchio distributore di benzina. D’estate i visitatori possono rubare i segreti della tessitura e della lavorazione della terracotta. Ma ciò che lascia sena fiato è la chiesa in legno costruita a Gol nel 1200.
Nella sala espositiva, proprio vicino all’ingresso, diverse mostre raccontano il folclore norvegese, ospitano giocattoli in legno intagliati, mostrano abiti da cerimonia per battesimi, matrimoni e funerali ed espongono attrezzi domestici e contadini.
Notizie utili
Per informazioni turistiche
Il sito ufficiale della città di Oslo: www.visitoslo.com/indexe/
Cosa visitare
Museo Marittimo Norvegese, Bygdoynesveien 37, Oslo, telefono 0047 24114150.
Nave Polare Fram, Bygdoynes, Oslo, telefono 0047 23282950. www.fram.museum.no
Museo Kon-Tiki, Bygdoynes, Oslo, telefono 0047 23086767.
Museo delle Navi Vichinghe, Huk Aveney 35, Oslo, telefono 0047 22135280
Leggi anche:
Reykjavik, la città della “Baia Fumosa”
Montepulciano: la terra di Poliziano, Pulcinella e del rinascimento fiorentino