Afghanistan
– E’ il primo dei Paesi dell’Onu. Alfabeticamente. I Talebani, oltre a non avere nulla a che vedere con le quasi omonime piante gigliacee con bulbo tunicato e fiori dai vivaci colori, proibiscono pure i Concorsi di Bellezza. Anche perché se la obblighi a sfilare con su il Burkha, valla a scovare la Miss Afghanistan. Zero turismo civile, nutrito quello militare (solo di gruppo: compagnie,
battaglioni….).
Albania – L’Italia scoprì che c’era solo quando Ciano, genero del Duce, vi andò per cacciare e amoreggiare. Risultategli piacevoli le due incombenze, lo sposo di Edda Mussolini pensò bene di convincere il re bisnonno dell’Emanuele Filiberto a fregiarsi pure della corona d’Albania (bella roba; tenera comunque una foto del re Zogu vestito da pastore). Ultimamente attratti dal Belpaese che vedevano alla tivù (tutto fumo niente arrosto, apparire e non essere) gli albanesi invasero l’Italia coi gommoni. Molti di loro, fatti i soldi, son tornati là e adesso un minimo di economia c’è.
A tal punto che (con il Belpaese mazziato dalla Finanziaria e dalla incontrollata spesa pubblica) adesso sono gli albanesi ad avvistare e stoppare gommoni di disperati ex manager italiani alla ricerca di un pezzo di pane. Con tutto ‘sto casino nell’Adriatico come fa il Turismo a svilupparsi?
Algeria – Sud Mediterraneo tra Marocco e Tunisia. Bella costa ma niente turisti per paura di essere presi per la gola (non nel senso gastronomico: come accade a qualche straniero occupato nell’estrazione del gas e a gente locale vittima di “punizioni”, gli Islamici Doc sgozzano).
Andorra – La San Marino dei Pirenei (solo che invece dei Due Capitani Reggenti residenti è, almeno nominalmente, co-presieduta dal franzoso Sarkò e dal Rey Juan Carlos. Ci si può andare a sciare (montagne a panettone con discesone dai 2.400 metri) Il mattino enormi code da Francia e Spagna, la sera enormi code al contrario. Ad Andorra impazza infatti il Duty Free (da non confondere con il Beauty Case).
Angola – Africa atlantica sotto l’Equatore, enorme (tre volte l’Italia) ex colonia portoghese, 1.600 chilometri di spiagge ma per il turismo sono mica tanto organizzati (l’entroterra non è piaciuto nemmeno al Che Guevara, che, come si sa, “turisticamente” era di bocca buona).
Antigua e Barbuda – Carabi-Antille orientali, 443 chilometri quadrati (due volte l’isola d’Elba) consumo di energia elettrica per abitante 1.375 kWh (Calendario Atlante De Agostini); dato che non fregherà nulla al lettore ma un paio di righe vanno pure scritte. Turismo (ovviamente) ce n’è (ma con intorno tante altre isole – forse – ancor più belle, resta poco da mungere). Barbuda teme colpi di mano da parte di viaggi Incentive di venditori della Gillette.
Arabia Saudita – Posto sconsigliato alle femministe (ultimamente hanno ribadito: donne al volante pericolo costante, quindi nisba). E ai musulmani non osservanti. Figuriamoci ai non musulmani. Ma per chi volesse avventurarsi, un pieno di benzina costa meno di un caffè in Porta Romana a Milano.
Argentina – “Se vuoi diventare ricco compra un argentino per quello che vale e rivendilo per quello che dice di valere” e non basta: “I messicani discendono dagli Aztechi, i guatemaltechi dai Maya, i peruviani dagli Incas, gli argentini dalle navi”. Ciononostante l’Argentina va visitata perché bella, quindi andarci, ancorché la loro famosa carne “pampera”, diceva Bearzot durante il Mondiale Argentina ’78, contenga troppi acidi urici (forse per i “bifes” allevati allo stato brado? Mistero).
Armenia – Incastonato nel Caucaso tra Mar Nero e Mar Caspio, posto (grande come Piemonte e Val d’Aosta) forse un filino triste ma si può anche visitarlo (per storia, cultura e antiche tradizioni cristiane). Chi ci va non stia lì a contarla su dicendo che gli stanno simpatici i turchi. Rischia.