Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Livorno chiama Fattori

Il centenario della morte del pittore celebrato dalla sua città natale con una grande mostra: 290 opere, quasi il corpus completo, dai dipinti ai disegni ai taccuini di studio. Ai Granai di villa Mimbelli

Giovanni Fattori, Bovi bianchi al carro
Giovanni Fattori, Bovi bianchi al carro

Livorno rende omaggio a Giovanni Fattori con una grande mostra aperta dal 20 aprile a villa Mimbelli. La città che diede ai natali al maestro dei macchiaioli italiani ne celebra il centenanio della scomparsa – Fattori mori nel 1908 – con una rassegna dall’obiettivo ambizioso: ricordare l’intero percorso artistico dell’autore, i generi e le tecniche adottate, i differenti soggetti dai paesaggi alle scene bucoliche, alle battaglie e ai ritratti. Una monografica completa, insomma, che porta a Livorno 290 opere, prestate in gran parte da musei, raccolte di banche e fondazioni, collezioni private italiane: 150 dipinti, 130 tra incisioni, fogli e grafiche, suddivise in venti sezioni ed esposte nei due piani del Granai di villa Mimbelli e al museo Fattori. Quasi un debutto, per un autore in passato poco considerato dalla critica internazionale e associato, dal grande pubblico, forse in modo indistinto alle scuole pittoriche di fine Ottocento. “Fattori fu il più importante dei macchiaioli”, dichiara Andrea Baboni, curatore della mostra, “e si dimostrò di certo degno della pittura europea del suo tempo”. 

La signora Martelli a Castiglioncello, 1867
La signora Martelli a Castiglioncello, 1867

Di Fattori personalità originale, decisamente italiana, fautore di una via nazionale alle moderne ricerche pittoriche che traghettarono l’arte nelle avanguardie del ventesimo secolo, curatore ed organizzatori della mostra hanno voluto raccontare il più possibile. “Fattori è grande artista in disegno e pittura, nella resa della forma e dei volumi”, osserva Baboni, “per questo abbiamo presentato il corpus quasi completo dei suoi lavori”. Non sono esclusi i documenti: cinque taccuini di studio, originali, che testimoniano l’abitudine dell’artista allo schizzo e alla bozza preparatoria e la sua costante attitudine al disegno. La mostra presenta anche fotografie e lettere e altri oggetti di proprietà dell’artista, come il manichino, il torchio di cui si serviva per stampare e realizzare le prime tirature all’acquaforte, le punte con le quali incideva.
Le incisioni, dunque: “per le quali furono in molti a considerarlo un maestro, forse ancora più che in pittura”, continua Baboni e le tavole di piccolo formato, a volte lunghe anche solo quindici centimetri.

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Lo staffato, 1880
Lo staffato, 1880

Ai Granai, che ospitano la parte più consistente della mostra, 17 sezioni, e nel vicino salone del museo Fattori, sono presenti poi i dipinti i medio e grande formato: i solari paesaggi di campagna, i buoi, i cavalli, le immagini che oggi ci ricordano l’Italia dell’Ottocento, i contadini, i carbonai e i soldati; ma anche i ritratti, le battaglie, “grandi e bellissime, dalla resa quasi epica”, osserva Baboni. Fra gli altri: “L’assalto alla Madonna della scoperta”, un dipinto che è lungo più di quattro metri e largo poco meno di due; le “Mandrie maremmane”,  due metri per tre; la “Signora Martelli a Castiglioncello”. Vantaggio di una mostra così ampia è anche la chance di vedere lo stesso soggetto o temi simili in diverse fasi di lavoro: “l’incisione, il disegno, il dipinto”, conclude Baboni. Insieme alla mostra sono state annunciate anche una serie di conferenze dedicate a Fattori, a cura di docenti dell’università di Pisa.

Giovanni Fattori tra epopea e vero.Omaggio nel centenario della morte
Livorno – Granai di Villa Mimbelli, museo Fattori, via San Jacopo in Acquaviva,
Dal 20 aprile al 6 luglio
Orario: tutti i giorni 10-13 e 16-19
Per informazioni e prenotazioni: museo Fattori 0586 808001; Granai di Villa Mimbelli 0586 811114

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