Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Londra e i suoi “sapori”

Il cibo e gli inglesi. Due soggetti che, secondo gli italiani, difficilmente si incontrano con esiti positivi. Ma non è più così; la capitale inglese oggi ospita le innumerevoli “cucine” del mondo. Oltre alla propria, beninteso

Londra Sapori in un pub inglese
Sapori in un pub inglese

Un soggiorno al di là della Manica mi ha aiutato ad aprire gli occhi su una realtà in continua evoluzione; realtà che lascia tuttavia spazio alla creatività e alla fantasia; in altre parole, a quella voglia di rinnovarsi, tipicamente inglese, che rifiuta di rimanere intrappolata in rigidi e scontati stereotipi.
Ebbene sì, anche Londra può rivelarsi una inaspettata e piacevole sorpresa in fatto di cucina. E’ sufficiente non fermarsi alla superficie delle cose e sforzarsi di guardare oltre le mille sfaccettature che questa metropoli è in grado di assumere, in ogni campo e nello stesso momento nel quale succedono.
Tutto si muove velocemente; immersi nella frenesia cittadina, orientarsi può risultare non di rado difficile. Proviamo quindi assieme a trovare alcuni “punti fermi” dai quali partire per il nostro viaggio culinario, alla scoperta dei “sapori” della città.

La tradizione del “Pub”

Londra Pub londinese
Pub londinese

Se vi capita di trascorrere un intero weekend nella capitale britannica, non avete altra scelta: cercate di essere un po’ inglesi e fate in modo che il pub diventi, almeno un po’, la vostra casa. Le famose Public Houses (pub) rappresentano un luogo d’incontro di fondamentale importanza per la società inglese, fin dai tempi di Geoffrey Chaucer e delle sue “Canterbury Tales” (1300). Chaucer decide, infatti, di iniziare la sua opera proprio in un pubdi Londra, il Tabard Inn, dove si trova in compagnia dei ventinove pellegrini, vale a dire i protagonisti dell’intera vicenda che racconta. E non è un inizio casuale; ogni cosa prende avvio da quel luogo.
Ai nostri giorni, giunti in città, ci si accorge subito che il pub è il punto di riferimento di giovani, famiglie, impiegati in giacca e cravatta e anziani solitari. Il weekend comincia presto: la prima pinta di birra può essere bevuta anche durante la pausa pranzo, oppure, per chi riesce a resistere, alla fine della giornata lavorativa.

“Beer and Sausages”. Un rito consolidato
Il succulento
Il succulento “Sunday Roast”

La sera, poi, non c’è spazio per la cena: le birre vengono accompagnate da patatine di gusti diversi, giusto per tappare il buco dello stomaco.
Ma il bello del pub di Londra emerge nei giorni di festa: la domenica diventa la giornata ideale per portar fuori moglie e figli e gustarsi un succulento “Sunday Roast”.
Tradizione vuole, infatti, che il principale pasto settimanale sia consumato proprio nella public house più vicina a casa (il “local”). Elemento essenziale di un pranzo ben riuscito è la carne arrostita: manzo, maiale, pollo o agnello, serviti con salse diverse a seconda, appunto, del tipo di carne scelto. Immancabili, le verdure lessate per insaporire il tutto. In alternativa, è apprezzabile anche il famoso “English Breakfast”: un pasto vero e proprio composto da un ottimo mix di bacon arrostito, uova bollite, salsicce, fagiolini in rosso, funghi e pomodorini fritti.

English Tea e Brunch domenicale

Londra Il sofisticato "Tea Place"
Il sofisticato “Tea Place”

Per i più sobri, invece, l’alternativa migliore è un brunch domenicale a base di tè e pasticcini, mini sandwiches e torte salate. I reduci del sabato sera la ritengono la soluzione ideale, al fine di conciliare la voglia di dormire fino a tardi, con la necessità di consumare un pasto sano. La scelta più comoda sono i locali, in particolar modo quelli francesi, che affollano le strade del centro. Per chi, invece, volesse provare qualcosa di più sofisticato, l’opzione migliore sono le “Tea Room” dove il tradizionalissimo “English Tea” può assumere sapori etnici o asiatici, per stare al passo coi tempi. Secondo la tradizione il tè si dovrebbe bere nel pomeriggio, fra le tre e le cinque; negli ultimi anni, però, anche la più classica delle abitudini inglesi si è dovuta adattare al vivere frenetico, diventando una piacevole pausa della tarda mattinata della domenica. Tra i locali di Londra ancorati allo stile inglese per eccellenza, si annovera il sofisticato “Tea Place”, a due passi da Portobello Road, in zona Notting Hill. I piatti e le tazzine, rigorosamente bianchi, vengono serviti su tovaglie altrettanto bianche; tutto attorno domina il “purple”, il viola intenso e acceso degli arredi. La scelta spazia tra ben centocinquanta varietà di tè, servito assieme ad un vassoio a tre piani colmo di pasticcini, biscotti e piccoli panini dolci, da consumare  con marmellata e burro cremoso.

I cibi del mondo intero
Frutta e succhi al mercato
Frutta e succhi al mercato

Ce n’è davvero per tutti i gusti: cucina etnica, indiana, libanese, marocchina, etiopica, giapponese. La lista potrebbe continuare quasi all’infinito.
A Londra si riuniscono le cucine di tutto il mondo, per non lasciare nessuno a digiuno. L’unico problema – oltre all’imbarazzo della scelta e tenendo conto del  budget di cui si dispone – potrebbe essere l’incapacità di scegliere, non essendo abituati a tanta varietà. Il consiglio è quello di “buttarsi”, semplicemente; troverete sicuramente ciò che fa per voi. Oltre alla grande offerta in fatto di cucine locali, la città propone ristoranti adatti ad ogni tipo di dieta o scelta alimentare: vegetariani, vegani, “organic” (biologici), “wheat” o “gluten free” (senza glutine) “dairy free” (privi di lattosio) kosher (cucina ebraica) per citarne solo alcuni.

A Londra la cucina indiana, una passione
Pollo al curry
Pollo al curry

La tradizione culinaria più amata dagli inglesi resta, comunque, quella indiana.
Il curry, inteso come vero e proprio piatto di pollo, verdure e riso, arricchito dalla famosa spezia, è entrato a far parte della cucina nazionale, secondo ormai solo all’inglesissimo “fish and chips”.
Le origini di questa influenza derivano dai possedimenti inglesi in terra indiana, il Raj Britannico, da metà Ottocento fino al 1947, anno in cui fu concessa l’indipendenza e si vennero a formare stati come India, Bangladesh, Pakistan e Ceylon, in seguito Sri Lanka.
Il colorito quartiere di Brick Lane, nell’East End londinese, è sicuramente il posto più indicato per assaporare le specialità indiane in città. La lunga strada, non lontana dalla City, è un susseguirsi di ristoranti affollati, negozietti di spezie, banchetti con raffinate prelibatezze; il via vai di persone indaffarate è continuo.

Cuochi “stellati” anche in Inghilterra
Lo chef Jamie Oliver
Lo chef Jamie Oliver

Non seguite il mio esempio. Arrivate a Londra preparati: dimostrate di conoscere Jamie Oliver e Gordon Ramsay, almeno. I due chef britannici hanno creato la propria carriera iniziando dal “basso”; entrambi hanno cercato di dissacrare il mito dell’inglese incapace di cucinare (e mangiare) bene. Si sono messi davanti alle telecamere e hanno insegnato ai connazionali come si cucina e, per conseguenza, come si mangia.
Oliver vanta un lungo periodo di gavetta proprio nel nostro paese, in cui dice di aver imparato tutti i trucchi del mestiere. Il giovane chef è molto apprezzato in madrepatria anche per la campagna educativa a favore di una migliore alimentazione nelle mense scolastiche, lanciata un paio d’anni fa. Il “junk food”, ovvero il cibo-spazzatura, non doveva più essere servito ai bambini e ragazzini d’Inghilterra.
Jamie ha attirato l’attenzione del governo che ha subito preso provvedimenti al riguardo.
Anche lo scozzese Ramsay fa parlare di sé: con continui show televisivi, libri, ristoranti, non solo nella capitale e alcuni riconoscimenti Michelin che ne aumentano il prestigio.  Una passeggiata serale tra i locali più “in” della città non può escludere il ristorante “Fifteen”, aperto da Oliver e da lui stesso definito una “Trattoria’. Il locale offre la possibilità a giovani senza lavoro di cimentarsi in cucina, con l’intento di creare nuovi chef e diminuire allo stesso tempo la disoccupazione.
Per chi ha un budget più alto sul quale contare, consiglio allora il locale di Gordon Ramsay, nel cuore di Mayfair – quartiere tra i più ricchi di Londra – presso l’ Hotel Claridge’s. Oliver e Ramsay sono solo i nomi più famosi. Basta recarsi in una qualunque libreria londinese per accedere ad una vastissima quantità di volumi firmati da chef o semplicemente da appassionati di cucina; personaggi che si sono “imposti” al pubblico diventando delle star dello spettacolo, allo stesso livello di cantanti e attori.

Farmer Markets e sapori naturali
Formaggi
Formaggi “british”

Anche in mezzo al traffico di Londra, le origini agricole dell’Inghilterra si possono in parte ancora respirare. Il weekend, pausa meritata per la maggior parte degli abitanti, diventa un momento di ritrovo: tempo ideale per una passeggiata tra i mercatini che settimanalmente affollano piazze e strade.
I “Farmers’ Markets”, ovvero mercati di contadini e agricoltori, portano in città i prodotti delle campagne limitrofe, regalando un po’ di ruralità alla moderna metropoli. Di piccole dimensioni, composti in tutto da una ventina di bancarelle, questi mercatini si distinguono per la qualità dei prodotti e per i prezzi moderati.
La carne si affetta al momento; frutta e verdura possono essere scelte tra un’ampia e colorata varietà; latte e uova arrivano da mucche e galline libere di correre nei prati (cosa non comune tra i prodotti dei supermercati). Insomma, in questi angoli un po’ nascosti, sembra emergere quella volontà di mangiar sano e naturale, che spesso si va perdendo nei comuni negozi.

Consiglio di prestare particolare attenzione al formaggio in vendita. Spesso dimenticato e rimpiazzato da specialità francesi o italiane; qui, invece, è proprio il “british cheese” a far da padrone; oltretutto, con ottimi risultati.
Al di là del più famoso Cheddar, si trovano molte qualità per lo più sconosciute: il Lincolnshire Poacher Cheese, dalla pasta soffice e dal gusto forte, le cremose varietà del Suffolk Cheese, oppure quelle pungenti del Goat Cheese, il formaggio di capra.
Alla fine, si possono concludere gli acquisti con un’ottima fetta di torta fatta in casa.
Da non perdere, i farmer markets di Notting Hill, Blackheath e Islington, per l’atmosfera semplice e familiare che li caratterizza.

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