Giovedì 2 Maggio 2024 - Anno XXII

Il Parco Nazionale della Foresta Bavarese

Fra Germania e Repubblica Ceca ecco una foresta antica, così come antichissime (novanta milioni di anni!) sono le rocce dei rilievi montani sulle quali il parco si sviluppa, con ben seimila ettari destinati ai soli mutamenti stabiliti dalla natura

Rilievi in Baviera
Rilievi in Baviera

Il Parco si snoda in gran parte lungo il confine fra la Germania (Baviera) e la Repubblica Ceca (Boemia). E’ un sistema montagnoso di media altitudine, compreso fra i sette-ottocento e i millequattrocento metri sopra il livello del mare,  caratterizzato da fitti boschi. Le cime più note sono: Arber, Rachel, Lusen e Dreisessel; trovandosi nel cuore del parco, identificano di fatto la Foresta Bavarese vera e propria.

Il “primo” parco tedesco

Un parco da scoprire © Nationalparkverwaltung Berchtesgaden
Un parco da scoprire © Nationalparkverwaltung Berchtesgaden

Il parco, il primo nazionale tedesco, è stato istituito su deliberazione della giunta bavarese, attorno ai monti Rachel e Lusen, nell’anno 1969; la superficie è di tredicimila ettari. Dalle sommità lo sguardo spazia, digradando, verso i rilievi minori della Baviera e verso i boschi al di là del confine tedesco-ceco.
L’aspetto geologico di queste montagne è fra i più interessanti. Infatti le rocce di granito e gneis sono tra le più antiche del mondo. L’aspetto odierno dei rilievi, mai cime aguzze e svettanti ma piuttosto lunghe dorsali arrotondate che si sviluppano parallele e si intersecano, ha avuto inizio circa novanta milioni di anni fa, all’epoca del corrugamento orografico delle Alpi. Grande influsso, nel determinare l’aspetto attuale dei monti, hanno poi esercitato le diverse glaciazioni arrivate a conclusione ottomila anni addietro.

Un bosco nel cuore dell’Europa

Piccola abitazione, grande panorama © Nationalparkverwaltung Berchtesgaden
Piccola abitazione, grande panorama © Nationalparkverwaltung Berchtesgaden

La foresta bavaro-boema rappresenta la più estesa superficie boschiva dell’Europa centrale. Per secoli il decentramento geografico, l’inaccessibilità delle selve e un clima particolarmente rigido, hanno ritardato gli insediamenti umani; ciò che in ultima analisi ha consentito una conservazione ottimale del patrimonio boschivo. Oggi le cose sono cambiate. La foresta viene sfruttata economicamente (comunque con giudizio) e gli insediamenti umani, piccoli graziosissimi paesi disseminati sui lunghi costoni, hanno alterato in parte il panorama originario. Ciò non toglie che vaste zone siano ancora come erano secoli e secoli fa. La difficoltà di “far legna” in certe aree, ha permesso che molte piante e molti animali potessero coesistere in perfetta simbiosi e in totale sicurezza, grazie all’istituzione del parco. Incredibile, ma vero, alcune zone conservano ancora tracce dell’originale foresta vergine.

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