Venerdì 3 Maggio 2024 - Anno XXII

Il Turismo nella sua versione culturale (3)

Nelle puntate precedenti: presentati gli aspetti sociologici, psicologici ed emozionali del Turismo. Segnalate le esperienze personali di chi scrive. Evidenziata la possibilità di viaggiare per un sempre crescente numero di abitanti della Terra

Definizione di Turismo Culturale

Atene, il Partenone
Atene, il Partenone

27 novembre – Una definizione del Turismo Culturale è data dall’esperto (di turismo culturale e musei) Ted Silkes nel suo libro "Cultural Tourism and Business Opportunities for Museums and Heritage Sites": “Il turismo culturale appaga, ‘realizza’ il viaggiatore che compie uno spostamento dalla sua residenza abituale e la cui motivazione principale (o anche solo parziale) è l’interesse per gli aspetti storici, scientifici o stili di vita offerti da una comunità, regione, gruppo o istituzione”.
Secondo questo autore esistono tre tipi di turisti culturali:
1 – Il Turista di “motivazione culturale” (il 5% del mercato europeo) che seleziona e decide “dove viaggiare, andare in vacanza” preparando il viaggio in funzione di una profonda conoscenza del posto.
2 – Il Turista di “ispirazione culturale”, che, attratto da luoghi di cultura di grande prestigio turistico (esempio: Venezia o Atene) si inserisce nel solco di un turismo di massa escludente approfondimenti.
3 – Il Turista “attratto (anche) dalla cultura”. In questo caso la motivazione del viaggio è un’altra (spiaggia, montagna, piacere) ma chi lo compie approfitta per vedere, conoscere, apprendere (chi va in vacanza sulla riviera romagnola va a visitare le bellezze di Ferrara o compie l’escursione di un giorno a Venezia). Questo segmento è in forte crescita, di anno in anno (e pertanto aumenta – fortunatamente – il numero dei vacanzieri che non trascorrono tutto il soggiorno ai bordi di una piscina e, se si parla del turismo nostrano, arrivano financo a sacrificare qualche ora di abbronzatura per vedere cose interessanti).

In aumento la richiesta di mete culturali

Il Golfo di Napoli
Il Golfo di Napoli

Nel 2006 circa un 15% dei turisti in visita nel Belpaese ha viaggiato per motivi di carattere culturale, una percentuale che può essere variamente valutata, fermo restando il fatto che l’accennato, grande aumento demografico di viaggiatori previsto nel 2020 comporterà un forte aumento della domanda di turismo culturale e di città, aumento oltretutto facilitato dalla forte espansione del trasporto aereo e ferroviario. Le caratteristiche proprie del “turismo culturale” e “di città” (lunga stagionalità, attività complementari quali la gastronomia, lo shopping, gli spettacoli, da cui un buon livello di spesa) convertono questo segmento del tempo libero in una delle voci più importanti nello sviluppo del Turismo da oggi al 2020.
Il Turismo Culturale nel Mondo:
– Il 37% dei viaggi ha una motivazione culturale.
Il Turismo Culturale nei vari Paesi d’Europa (in percentuali):
– Il 31 % dei turisti intervistati soggiornava nella località visitata.
– Il 40 % era composto da visitatori stranieri (non turismo interno).
– Il 30 % era composto da chi viaggiava all’interno del proprio Paese
– Il 66 % dei turisti “voleva imparare cose nuove”
– Il 64 % voleva e riscontrava (anche) motivo di relax (nel viaggio culturale)
– Alta presenza dell’intero gruppo famigliare (figli educati a questo tipo di viaggio)
Il Turismo Culturale in Spagna (Paese dalle caratteristiche affini al turismo in Italia):
– La Spagna riceve annualmente 8.500.000 “turisti culturali” (3.500.000 spagnoli, 5.000.000 stranieri, di cui il 70% europei).
– La spesa media del turista culturale risulta doppia rispetto alla spesa media del “normale” turista.

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L’Italia e il Turismo Culturale (o per meglio dire “intelligente”)

Buona tavola
Buona tavola

Premessa. Con riferimento a quanto sopra riportato tra parentesi e considerando che
Turismo è sinonimo di Viaggi (vacanza) e quindi ore liete e soprattutto libere da appesantimenti, esperienze e financo termini paludati e “seriosi”, chi scrive, invece di parlare di Turismo Culturale (aggettivo in un certo senso vincolante e impegnativo) preferisce (e così farà di qui in avanti) parlare di un più intrigante e coinvolgente Turismo Intelligente, Viaggi Intelligenti. Termini, questi ultimi, che appunto prescindono un’atmosfera vacanziera meno contegnosa, meno “da professori”, non escludente anche “frivoli” passatempi quali lo “sport” – nelle versioni “spectator” come dicono gli americani, a vederlo, o praticato – e altri divertimenti nonché la oggi tanto citata “enogastronomia”. E a proposito di questa intrigante offerta turistica – sia concesso un breve inciso – sempre nell’ambito di offrire al viaggiatore proposte valide senza ricorrere alle solite eclatanti parolone (soprattutto se poi, quando si tratta di mangiare, ti ammanniscono una pasta e fagioli casereccia o una rustica “cassoela”) sarebbe forse il caso – nelle tante località e terre dove tuttora dominano i sapori tipici e tradizionali del posto – che l’Enogastronomia fosse più semplicemente chiamata Cucina.
Turismo Intelligente è quel Turismo che tra altre motivazioni include momenti in cui chi viaggia ha modo di vedere, ascoltare, apprendere qualcosa di bello, valido, interessante, istruttivo, non banale, edificante; in breve, “fa andare la testa”.

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