Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Musei italiani, uno su due è online

Il 35 per cento dei navigatori della rete italiani visita i siti internet dei musei. Curati i contenuti, insufficiente l’interazione virtuale con il pubblico. L’ottavo Rapporto Civita sul binomio cultura-rete

Il portale del Museo della Scienza e della Tecnologia
Il portale del Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano

28 novembre –

La metà dei musei italiani è su internet, per l’esattezza il 51,9 per cento, ma solo il 17,25 è presente nella rete attraverso un proprio dominio, il restante si trova su un sito dell’amministrazione che ne ha la titolarità. La percentuale dei musei sul web risulta oggi più che triplicata rispetto a dieci anni fa (nel 1998 era stimabile intorno al 15 per cento) ma allora l’era di internet era appena cominciata.
I numeri sono stati snocciolati nei giorni scorsi a Roma dall’Associazione Civita che ha pubblicato l’ottavo rapporto “Galassia Web. La Cultura nella rete”. L’indagine ha riguardato 110 musei italiani, altrettanti musei esteri e 1000 intervistati, e ha inteso fare il punto da un lato sull’offerta dei siti museali italiani (qualità e servizi) dall’altro sulla domanda (uso e gradimento da parte degli utenti): un settore strategico, quello dell’e-content (contenuti digitali testuali, video, musicali in rete), che ha superato i 5 miliardi di euro a livello globale e si avvia a raggiungere 700 milioni di consumatori di servizi internet proprio nel settore cultura e turismo.

I visitatori virtuali superano quelli reali

I Musei Capitolini a Roma
I Musei Capitolini a Roma

Scorrendo numeri e percentuali del rapporto emerge che sono 6 milioni e mezzo gli italiani che visitano i musei on line su 18 milioni di utenti della rete, vale a dire il 35,1 per cento del totale degli internauti nostrani. Si tratta in prevalenza di maschi, il 67 per cento dei quali compresi nella fascia di età 25-64, spinti soprattutto dalla curiosità (82 per cento del campione), dal desiderio di informarsi (60 per cento) e da motivi legati allo studio (25 per cento).
I musei online più visitati sono, nell’ordine, il Louvre di Parigi, gli Uffizi di Firenze, i Musei Vaticani e Capitolini, quello della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, il Prado di Madrid e il British Museum di Londra.
Un dato curioso: i visitatori virtuali dei musei italiani superano quelli reali di circa il 50 per cento per arrivare fino a 10 volte di più. Così, ad esempio, i Musei Capitolini, a fronte di una presenza di circa 300mila visitatori in carne e ossa, contano più di 500mila utenti sul web; il Museo internazionale della Ceramica di Faenza addirittura richiama sul sito 225mila visitatori contro i 30mila reali. Tuttavia, dicono i curatori dell’indagine, la riproduzione virtuale ha incrementato l’appeal dell’originale: lo confermerebbe l’aumento negli ultimi anni del numero di visitatori in carne e ossa, pari a circa il 25 per cento.

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Bene i contenuti, bassi gli investimenti

I Musei Vaticani sul web
I Musei Vaticani sul web

Per quanto riguarda la qualità dei siti internet, il rapporto evidenzia che è data particolare attenzione ai contenuti, alla presentazione delle opere e dei reperti conservati; minore cura è invece prestata all’interattività sia nei confronti del pubblico che degli specialisti, ma anche alle prenotazioni, agli acquisti e ai servizi personalizzati. Scarsa è poi definita l’attenzione al multilinguismo, il più delle volte non garantito, e lo stesso giudizio vale per la disponibilità di risorse economiche: la spesa dei musei per il web non supera quasi mai i 2mila euro all’anno, una cifra non paragonabile, si sottolinea, a quella dei musei stranieri. Sostanzialmente più della metà delle home page dei siti (il 59,8 per cento) è giudicata dal campione molto buona ma per quanto riguarda l’interoperabilità il giudizio negativo è secco: i siti web sono poco attenti o appena sufficienti nel cercare di interagire con il pubblico.

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