Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Caldo, sole, mare, scampoli di deserto, datteri, palmeti. Questa la Tunisia che tutti conoscono e apprezzano. “Prodotti” naturali ai quali ora si affiancano quelli lavorati dall’uomo: il vino su tutti

La Tunisia ha iniziato a puntare sull'enogastronomia, in particolare sul vino
La Tunisia ha iniziato a puntare sull’enogastronomia, in particolare sul vino

La Tunisia ha proprio deciso di fare il grande balzo nel mondo dei poli attrattivi del turismo di qualità.

Ha capito che non basta avere un po’ di costa e un po’ di foclore per assicurarsi un futuro nel difficile mercato dell’hospitality. Bisogna offrire sempre qualche cosa di più e di diverso. E così, anno dopo anno, ha diversificato e aumentato la propria offerta, andandosi a cercare il cliente in altre fasce di mercato e in particolare in quei segmenti dove la capacità di spesa è maggiore.

Alla ricerca di “nuovi” ospiti

Uno dei numerosi villaggi all inclusive sulle coste tunisine
Uno dei numerosi villaggi all inclusive sulle coste tunisine

Non ha per certo abbandonato il filone che ha sempre rappresentato la “gallina dalle uova d’oro”, vale a dire il cliente storico: quello balneare, dei villaggi del tutto-incluso, della passeggiatina sul dromedario e della vita notturna “che-non-è-mai-tardi”; tutte cose che avevano funzionato, e funzionano, ma che avevano fissato l’immagine del piccolo Paese dirimpettaio della Sicilia in una sorta di gran bazar del turismo a buon mercato e di poche pretese. Un poco per volta, ma con determinazione, la Tunisia ha intelligentemente capito che era giunto il momento di cercare nuove strade, di ampliare il ventaglio delle offerte. E così ha scoperto, valorizzato e poi fatto crescere con rapidità, il settore del turismo-benessere. Ha cominciato a coccolare il cliente-turista in strutture di altissimo standard di qualità, pur chiedendo prezzi nemmeno lontanamente paragonabili a quelli praticati in Italia e in Europa. La scelta si è rivelata giusta e i risultati, non solo quelli economici, ma anche di immagine, sono già visibili e si dimostrano in continua crescita.

Nuove “Vie del Vino” africane

Raccoglitori di uva tra i filari di una vigna locale
Raccoglitori di uva tra i filari di una vigna locale

Adesso l’Ente nazionale tunisino per il turismo, in ovvio accordo con il ministero del Turismo, ne ha pensata un’altra delle sue: le rotte del vino e della gastronomia, per far scoprire la Tunisia ai golosi, agli eno-gastronauti, a tutti coloro, cioè, che apprezzano i piaceri della buona tavola. “E’ un filone nel quale noi crediamo molto – fa sapere Mehdi Gasmi, vicedirettore della rappresentanza per l’Italia con sede a Milano del turismo tunisino – per questo stiamo studiando la fattibilità di questo nuovo prodotto”. C’è da esserne certi che, adeguatamente seguito, questo diventerà un segmento turistico di eccellenza per la Tunisia.

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Già ora, se si prendesse un enologo e lo si portasse in una cantina, senza fargli sapere che si trova in Tunisia, facilmente crederebbe di trovarsi in una struttura della vecchia Europa, in Italia ad esempio. Del resto, gli impianti che vedrebbe e la tecnologia impiegata sono prevalentemente italiani. Se poi dovesse assaggiare, senza vedere l’etichetta, del vino di qualità prodotto in Tunisia, non penserebbe che sia stato prodotto nel Paese nordafricano. E invece tra non molto dovrà cominciare a pensarlo, perché la Tunisia anche in questo settore ha già fatto, seppur silenziosamente, passi da gigante. Silenziosamente, ma non troppo, tanto che da qualche anno, da quando il governo centrale ha voluto liberalizzare questo settore, in Tunisia sono arrivati gruppi privati stranieri che hanno portato la loro conoscenza e insieme ad un partner locale hanno dato vita a cantine-modello.

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