Sabato 20 Aprile 2024 - Anno XXII

Valli di Comacchio, create dal Po e dal mare

Valli di Comacchio Casoni Serilla

Sulle acque calme delle antiche Valli, vecchi casoni per la pesca dell’anguilla, costruiti su imbarcazioni caratteristiche con l’ausilio di ingegnosi strumenti. Il tutto, in un ambiente di notevole interesse naturalistico, tra canneti e voli di fenicotteri rosa

Uno dei vecchi casoni che si incontrano lungo le distese d'acqua delle Valli di Comacchio
Uno dei vecchi casoni che si incontrano lungo le distese d’acqua delle Valli di Comacchio

Valli di Comacchio, è una piacevole sorpresa ritrovarsi in un ambiente così diverso. Diverso dalle vicine cittadine costiere, frutto di una storia recentissima non sempre attenta alle esigenze dell’ambiente. Diverso dalle spiagge affollate e dalle file serrate di ombrelloni delle località balneari, molto prossime alle Valli; anche il caos delle grandi città dista solo una manciata di minuti d’auto.

È con tanto silenzio e tranquille distese d’acqua che le Valli di Comacchio, a pochi chilometri dai lidi ferraresi (Volano, Nazioni, Pomposa, Scacchi, Porto Garibaldi, Estensi e Spina) accolgono i visitatori. Improvvisamente, è come ci fossimo lasciati alle spalle alcune decine d’anni. Lungo le strade, tra canali e lagune, spunta un barcone; là si intravedono capanni per la pesca con le caratteristiche reti, i bilancieri; in fondo, il volo di qualche uccello e ovunque specchi d’acqua immobili, interrotti solo da lingue di terra.

A piedi, in bicicletta o in barca

Valli di Comacchio I bilanciere per la pesca dell'anguilla
I bilanciere per la pesca dell’anguilla

Questa suggestiva area, all’inizio di ogni ottobre rinnova la Sagra dell’Anguilla. Si può scoprirla a piedi o in bicicletta attraverso appositi percorsi naturalistici. Forse il modo ideale e, perché no, più coerente è il barcone, che consente di entrare nell’autentica vita delle Valli. Il Po, principale fiume italiano scorre nelle vicinanze, e proprio nel parco aveva nel passato una delle sue foci. Il Parco del Delta del Po organizza delle gite a partire dal Casone Bettolino di Foce, alla scoperta di altri casoni costruiti per la pesca dell’anguilla. Pesca che per tanti anni è stata la vera fonte di sussistenza per questa zona, un tempo poverissima. La visita guidata dura un paio d’ore, con soste in alcuni casoni ristrutturati. Qui si può quasi toccare con mano in che condizioni si vivesse e si pescasse fino a pochi decenni fa.

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Alla scoperta del “lavoriero”

Stanza da letto di un Casone foto di Fabio Duma
Stanza da letto di un Casone foto di Fabio Duma

Un ingegnoso sistema di sbarramenti e griglie in legno, posto all’imboccatura dei canali di collegamento con il mare, consentiva la cattura delle anguille. I pesci, è opportuno ricordare, hanno la misteriosa abitudine, in qualunque parte del mondo si trovino, di compiere al momento della riproduzione migliaia di chilometri per raggiungere il Mare dei Sargassi, nell’Oceano Atlantico, dove in primavera depositano le uova. Quindi, in inverno (le notti più ‘prolifiche’ erano quelle senza luna e tempestose, dettaglio che rendeva ancora più difficile il lavoro) i pescatori d’anguilla si trasferivano per diversi giorni nei “lavorieri”.

Erano semplici costruzioni dove, come l’ambientazione estremamente spartana lascia intuire, la vita doveva essere particolarmente dura. I locali, umidi e freddi, non concedevano nulla al comfort. Invasi dai topi, i pescatori dovevano trovare pratiche soluzioni per salvare il poco cibo che avevano con sé e così si ingegnavano, come si può vedere ancora oggi, appendendo le scorte al soffitto e proteggendole con funi e bottiglie; arrampicandosi sulle prime, i topi sarebbero poi scivolati nei recipienti nel tentativo di avvicinamento. Per riposare, erano previste ampie camerate e solo coloro che rivestivano un ruolo di responsabilità potevano godere del privilegio di una stanza singola; che comunque era anch’essa molto povera e spoglia.

Dalla pesca alla lavorazione dell’anguilla

La “marota”, la caratteristica imbarcazione per trasportare il pesce ancora vivo al mercato
La “marota”, la caratteristica imbarcazione per trasportare il pesce ancora vivo al mercato

Oltre a diversi suppellettili e utensili, in uno dei casoni lungo l’itinerario sono esposte, in ottimo stato di conservazione, anche la tipica imbarcazione utilizzata per la pesca, lunga parecchi metri e larga solo cinquanta centimetri e la “marota”, una ingegnosa imbarcazione dotata di coperchio, griglie e fori, un tempo utilizzata per riporre il pesce pescato e trasportarlo ancora vivo al mercato. Alcuni locali sono stati attrezzati per mostrare ai visitatori come si procedesse alla conservazione dell’anguilla, che peraltro non avveniva direttamente nelle valli, ma a Comacchio, nella Manifattura dei Marinati.

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Qui si possono vedere i caratteristici spiedi su cui i tranci di anguilla venivano arrostiti accanto al fuoco; la fase più delicata di un procedimento di conservazione cui seguiva (e segue tutt’oggi) la marinatura sotto salamoia con aceto, alloro, acqua e sale, per finire con il successivo inscatolamento. La visita guidata si conclude passando nei pressi di un casone ormai distrutto, costruito appositamente per girare nel 1976 le scene del film “L’Agnese va a morire” di Giuliano Montaldo: uno spaccato della Resistenza nella zona durante la Seconda Guerra Mondiale, nella quale l’attività dei partigiani è stata particolarmente intensa, al punto di far concedere a Comacchio una decorazione al valor militare per la guerra di liberazione.

Tra aironi e fenicotteri rosa

Nelle Valli vive la colonia di fenicotteri rosa più numerosa dell'Italia continentale
Nelle Valli vive la colonia di fenicotteri rosa più numerosa dell’Italia continentale

Oltre a mostrarci in modo tangibile uno stile di vita del passato, la gita alle Valli di Comacchio ha anche il notevole merito di farci conoscere un’area che rivela un particolare interesse a livello ornitologico. Scarsa profondità e acqua salmastra, rappresentano infatti l’habitat ideale per molti uccelli acquatici e quindi, in questo straordinario ecosistema – uno dei più importanti d’Europa – è possibile ammirare tantissime varietà di uccelli, tra i quali garzette, chiurli, rondini, aironi, cavalieri d’Italia e addirittura i bellissimi fenicotteri rosa, dei quali nelle Valli di Comacchio troviamo attualmente la colonia più grande dell’Italia continentale. Per tutti gli amanti del birdwatching, un’ulteriore inaspettata sorpresa, a pochi chilometri dai centri abitati.

A Comacchio tra canali e ponti

Vista_di_Comacchio dal ponte Trepponti
Vista di Comacchio dal ponte Trepponti foto Tommyceru

La gita alle Valli non è completa senza una visita all’incantevole cittadina di Comacchio. Sorta di piccola Venezia, con i suoi canali e ponti, vanta un centro storico di notevole fascino. Passeggiando tranquillamente tra corsi d’acqua e caratteristiche casette dalle facciate colorate, si scoprono l’elegante loggia seicentesca dei Mercanti e la Torre dell’Orologio che risale al XIV secolo; la torre campanaria della vicina cattedrale di San Cassiano dell’VIII secolo e le centoquarantadue arcate del Portico del Cappuccini, edificato nel 1642.

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Ma il monumento più famoso della città, portato a notorietà nazionale ed internazionale da recenti manifestazioni del mondo della moda, che da qualche anno sono divenute un appuntamento fisso di inizio estate trasmesso anche in televisione, sono i Trepponti, complesso architettonico edificato a scopo difensivo nel 1634. Sono cinque arcate sovrastate da due torri che formano una singolare ed elegantissima composizione con le loro ampie scalinate e il colpo d’occhio d’assieme che indugia su un caratteristico scorcio del centro cittadino.

Anguille e piadine

L'anguilla, regina della tavola, il brodetto.
L’anguilla, regina della tavola, il brodetto.

Non può mancare alla fine una meritata sosta in uno dei tipici ristorantini che si aprono sui canali. L’anguilla è ovviamente regina della tavola, ma altri diversi piatti possono attrarre i buongustai: dalle grigliate di pesca ai risotti di mare, fino alla pasta fatta in casa. Per chi non vuole perdere tempo mettendo le gambe sotto un tavolo, c’è la possibilità di dedicarsi (risparmiando tempo) ad una delle regine del cosiddetto food-street (cibo di strada): la piadina, che qui viene preparata in modo egregio e abbinata a diversi affettati e formaggi, secondo il personale gusto dei visitatori.

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