Giovedì 28 Marzo 2024 - Anno XXII

Sorpresa Liegi

Un itinerario liberato dai luoghi comuni fa scoprire a Liegi, città dal passato industriale, l’eredità di una storia antichissima e la bellezza dell’età moderna: dall’arte di Paul Delvaux alla stazione ferroviaria disegnata da Santiago Calatrava

La stazione di Liège-Guillemins disegnata dall'architetto spagnolo Santiago Calatrava
La stazione di Liège-Guillemins disegnata dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava

Nuova e originale occasione di visita si presenta oggi a Liegi, dove è aperta, sino al 28 giugno, la mostra dedicata a Paul Delvaux. Il Belgio surrealista scopre le sue carte in una destinazione fino a poco tempo fa impensabile per un viaggio di piacere: Liegi è infatti città dal passato industriale, conosciuta dagli italiani perché meta di decine di migliaia di migranti, ora di terza generazione. L’impegno per dare alla cittadina un volto turistico ha visto, il 7 marzo scorso, l’inaugurazione del palazzo ristrutturato del Grand Curtius.

Il rinnovato museo ha in più uno spazio per le mostre temporanee, che debutta con Paul Delvaux, artista molto vicino al surrealismo per la sua pittura intrisa di simboli e situazioni apparentemente fuori contesto. Delvaux è anche conosciuto come il “pittore delle stazioni” perché aveva quasi un’ossessione per i paesaggi ferroviari. Molte delle ottanta opere esposte sono infatti dedicate alle stazioni: fra tante, La solitude, del ’55, La gare forestière, del ’60, Le dernier wagon, del ’75, Le tunnel, del ’78.

Grande Grand Curtius

Paul Delvaux,
Paul Delvaux, “Le dernier wagon”, 1975 (Fondation Paul Delvaux, Saint-Idesbald)

Il Grand Curtius riunisce le grandi collezioni storiche cittadine: archeologia, arte religiosa e mosana, la raccolta delle armi, il dipartimento del vetro e quello delle arti decorative. Il complesso museale è costituito da cinque edifici, il più antico è il Palais Curtius, del sedicesimo secolo, dalla bella facciata in stile mosano con alternanza di pietre, mattoni e finestre a crociera. Il palazzo era di Jean de Corte, ricco produttore di polvere da sparo; a questo si aggiungono l’hotel Brahy, la Maison de Wilde, l’hotel Hayme de Bomal e la residenza dello stesso Jean.

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Il nuovo allestimento è in grado di soddisfare diversi palati. La raccolta archeologica presenta, tra gli altri, ossa e resti attribuiti alla specie uomo di Néandertal. La collezione religiosa è quella dello storico museo diocesano: di particolare interesse, perché Liegi è la più antica diocesi del Belgio. Da segnalare anche il dipartimento del vetro, che conta più di diecimila pezzi e mostra la grande tradizione manifatturiera nazionale. La donazione del Barone e della Baronessa François Duesberg completano il quadro con orologi a pendolo, dal periodo di Luigi XVI sino a Napoleone.

Città nuova

Il Museo della Vita Vallone (Foto: © OPT-JP Remy)
Il Museo della Vita Vallone (Foto: © OPT-JP Remy)

Per raggiungere Liegi basta prendere il treno da Bruxelles, viaggiare per circa un’ora e scendere alla stazione di Guillemins, che già parla di un cambiamento: è stata disegnata dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava, ha parti ancora da completare – l’inaugurazione è prevista per il prossimo autunno – ma se ne vede comunque la struttura complessiva, dominata da grandi arcate in cemento bianco. Liège Guillemins è servita dai treni Thalys ad alta velocità che collegano Bruxelles con Parigi e Colonia. L’intervento di ristrutturazione coinvolgerà anche l’area urbana vicina alla stazione; l’insieme si presenta oggi come un cantiere con lavori in corso, ma tutti si attendono che, a progetto concluso, emerga una nuova immagine della città.

Liegi, del resto, ha già una buona offerta museale. Da non perdere il Mamac, un piccolo museo d’arte contemporanea che vanta La Famille Soler, di Pablo Picasso, La Maison bleue di Marc Chagall, alcune opere del belga James Ensor. Nuovo, negli spazi e nell’allestimento, il Museo della Vita Vallone apre una finestra sulla storia e sui costumi della regione.

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