Venerdì 29 Marzo 2024 - Anno XXII

Su il cappello! Siamo a Montappone

Montappone cappello di-paglia

Nel borgo marchigiano, una festa celebra il cappello di paglia che qui ha avuto i natali. Nella provincia di Fermo c’è infatti il più importante distretto produttivo d’Europa di copricapo di ogni genere

Montappone Piccolo ma già con il cappello in testa
Piccolo ma già con il cappello in testa

La moda, si sa, è ciclica e si brucia subito. Accessori che sembravano ormai definitivamente tramontati tornano in auge violentemente in un attimo. Adesso è il caso del cappello da uomo. I giovanissimi sono orientati verso l’americanissimo berretto con visiera (rigorosamente portato sghembo), i più maturi si orientano verso quello di foggia più classica, magari come il “vecchio” e comodissimo cappello di paglia.
La tecnologia ha spesso sostituito la paglia con la plastica ma c’è un posto dove la tradizione seicentesca non solo è mantenuta ma è diventata la principale fonte di reddito per la comunità. Questo posto si chiama Montappone, è un paesino di circa 2mila abitanti, nelle Marche, in provincia di Fermo. Il borgo, unitamente ad altri cinque comuni limitrofi, è il più importante centro europeo del cappello. Tanto per dare un’idea in paese ci sono oltre 40 aziende artigiane, alcune gestite da generazioni dalla stessa famiglia, che fabbricano il 70% della produzione italiana e il 50% di quella europea. Insomma, un paesino così piccolo è una vera capitale economica del settore.

Grano, paglia… cappelli

Montappone Artigiano all'opera
Artigiano all’opera

Tutto iniziò con il grano. Montappone ha sempre avuto la vocazione a questo tipo di coltura grazie al suo terreno leggermente collinoso con grandi spazi e ben soleggiato. Molto grano significa anche, naturalmente, molta paglia a disposizione per realizzare oggetti vari: ventole per il camino, borse, spaventapasseri, materassi e, infine, cappelli. La paglia veniva sbiancata al sole e poi bagnata per evitare che si rompesse, dopodichè iniziava il lavoro di intreccio. Per i cappelli normali, quelli da tutti i giorni, bastavano quattro fili che salivano fino a tredici per quelli più pregiati. Il risultato è un copricapo leggerissimo, comodo da portare, che protegge dal sole e dal vento e ha una sua robustezza, nonostante la fragilità del materiale con il quale è costruito.

LEGGI ANCHE  A Mantova il viaggio africano di Imer Guala

Come il cappellaio pazzo di Alice

Montappone Uno stravagante cappello
Uno stravagante cappello

A partire dagli umili fili di paglia a Montappone di strada ne è stata fatta tanta; oggi si producono cappelli di ogni fattura, però si è rimasti legati all’attività tradizionale. Al cappello di paglia è dedicata una festa che si svolgerà nel fine settimana dal 24 al 26 luglio e coinvolge l’intero paese. Come momento commerciale ci sarà la possibilità di vedere e acquistare in anteprima le collezioni dell’autunno/inverno 2009/2010. “Il cappellaio pazzo” è una mostra che lega l’arte moderna al cappello, realizzazioni originali, pezzi unici di artisti italiani e stranieri. Per il 2009 sono Giappone e Inghilterra i Paesi che espongono i nuovi pezzi.

Laboratori artigianali in piazza

Montappone Festa in paese
Festa in paese

Gli umili berretti che hanno accompagnato e protetto i grandissimi campioni del ciclismo nei loro trionfi, invece, sono i protagonisti della mostra “Berretti e miti sui pedali”, l’esposizione di pezzi che provengono dalle collezioni dei musei su Alfredo Binda di Cittiglio (Varese), e su Fausto Coppi di Novi Ligure (Alessandria). Oltre a quelli dei due fuoriclasse saranno esposti i cappellini di Gimondi, Pantani e Bartali.
Se festa deve essere ci devono stare anche dei momenti più allegri. Per tre giorni le vie del borgo si trasformano in laboratori all’aperto dove gli anziani mostrano e insegnano come si fa a intrecciare la paglia per realizzare diversi oggetti. Ci saranno laboratori di decorazione, i giochi di una volta, musica dal vivo e lo magnà de’na ’ota, la rassegna della cucina tradizionale nel nome di Cesare Tirabasso, famoso cuoco della prima metà del ‘900.

Per saperne di più: www.ilcappellodipaglia.it

Leggi anche:

 

Condividi sui social: