È aperta da pochi giorni la mostra “Casa Savoia: storia di una famiglia italiana” alla Casa de ra Regoles di Cortina d’Ampezzo. La rassegna di foto, documenti e oggetti della dinastia ha inaugurato la prima tappa di un tour che la porterà in più sedi: a Milano, Napoli, Torino, Padova, Trieste, Palermo e infine Roma, nel 2011. La mostra è infatti uno degli eventi organizzati per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia; conta 130 opere dell’archivio della Fondazione Principe di Venezia, tra i quali alcuni cimeli di valore storico. Tra gli altri: la Reliquia della Sindone, un frammento separato dalla Sindone intera nel 1532; la sveglia da viaggio di re Umberto II, che portava con sè negli accampamenti durante la guerra; i sigilli della Regina Elena e di re Vittorio Emanuele III. Il flashback sui Savoia si concentra sul periodo che va da re Umberto II a Vittorio Emanuele III, lasciando sullo sfondo la storia del casato, di diversi secoli più vecchia, prima del 1861.
La Regina delle Dolomiti
“È un grande onore e soddisfazione per me vedere oggi realizzata questa mostra che, in un certo senso, possiamo considerare il prosieguo dell’evento espositivo dell’estate 2008 “Il Re e la Regina”, dedicato al re scalatore Alberto I del Belgio, bisnonno di Emanuele Filiberto di Savoia”, ha detto Paola Valle, assessore alla cultura del comune di Cortina d’Ampezzo. La località montana serba un legame stretto con i Savoia, come, del resto, lo conserva con molti casati nobili e monarchici della vecchia Europa, innamorati di Cortina sin dalla fine dell’Ottocento. La mostra ne dà testimonianza con fotografie d’epoca: le immagini sono soprattutto di Maria José e Umberto II, sugli sci, in montagna o per le strade della cittadina. Cortina sente stretto il rapporto con quel capitolo di storia che vede tra i protagonisti la monarchia, anche perché tra i suoi monti si combatterono molte battaglie drammatiche della Grande Guerra. Un ricordo rivissuto grazie alle foto, tra le altre, di re Vittorio Emanuele III in visita al fronte.
Pubblico e privato
Per dichiarazione esplicita degli organizzatori – cura la mostra Filippo Bruno di Tornaforte – l’esposizione alterna immagini pubbliche e private di casa Savoia, ma tiene forse di più a far emergere la loro vita quotidiana, al di là del ruolo politico. Un obiettivo ambiguo che per quanto si dichiari indipendente dalle ideologie non piacerà a tutti. Le dichiarazioni dei due discendenti Vittorio Emanuele ed Emanuele Filiberto, i testi dei saggisti in catalogo riprendono le fila di un discorso storiografico, politico e culturale perlomeno controverso. Le vicende di Casa Savoia, per quanto di indubbio interesse conoscitivo, per le sue origini e per il suo svolgersi, prima e durante il XX secolo, non rappresentano un simbolo condiviso per la storia d’Italia recente e non si tratta neppure di una monarchia popolare, come accade, tuttora, in altri paesi europei. Il visitatore in mostra si troverà a dover discernere la rievocazione, doverosa, dall’interpretazione.