Com’è il mondo visto dai finestrini di un treno? Se lo chiedete a un pendolare costretto tutti i giorni a fare i conti con ritardi e disservizi, vi risponderà che è un inferno. Se, invece, lo chiedete a qualcuno che ha scelto questo mezzo per le proprie vacanze vi risponderà che non c’è niente al mondo di più bello e riposante.
Attenzione, non parlo qui di utilizzare il treno come mezzo di trasporto, la mia tesi è che sia il treno stesso ad essere il fine del viaggio. Il turismo ferroviario ha moltissimi vantaggi. La programmazione è facilissima, basta guardare gli orari su internet; il costo è limitato perché le linee secondarie (che sono le più belle) ricadono sotto il trasporto locale che, almeno in Italia, è piuttosto a buon mercato: il treno permette di muoversi all’interno del vagone e non ti costringe a stare seduto a lungo; è rilassante. Quante dormite su quei sedili! Ti dà la possibilità di conoscere persone, se proprio non sei sfortunato da trovare un compagno di viaggio particolarmente orso, va sempre a finire che il tempo trascorra chiacchierando…
Paesaggi spettacolari su linee normali
Quello che però è impagabile sono i paesaggi che scorrono sotto gli occhi. In Italia ci sono alcune linee di particolare pregio paesaggistico, linee che vale la pena percorrere solo per stare con il naso appiccicato al finestrino e godersi metro per metro quello che c’è fuori. Esempi sono la linea del Brennero da Verona al confine con l’Austria lungo le valli dell’Adige e dell’Isarco, oppure la stupefacente Carpinone-Roccaraso, nel cuore del Parco Nazionale dell’Abruzzo, con la stazione di Rivisondoli-Pescocostanzo, quella italiana più alta, una linea ormai quasi dismessa. Entrambi i tracciati sono di Trenitalia e sono percorse da treni di linea.
Premiati gli sforzi degli ex-ferrovieri…
Pian piano anche nel nostro Paese si comincia a valorizzare quello che una certa politica assurda basata sul trasporto su gomma definiva “rami secchi” da tagliare. Alcune associazioni di appassionati si sono fatte carico di salvaguardare e in alcuni caso perfino di restaurare materiale rotabile storico (sì perfino la vecchia, cara, scomodissima “Centoporte” che fino a non troppi anni fa era il tipico vagone dei treni locali). In alcuni casi sono stati fatti veri e propri restauri in collaborazione con il personale dei depositi delle F.S., ferrovieri di vecchio stampo tanto orgogliosi della loro abilità quanto appassionati al loro lavoro. Queste associazioni sono molto attive, non solo conservano il materiale storico ma lo gestiscono organizzando treni speciali, talvolta legati a importanti manifestazioni che si svolgono sul territorio. Un esempio è l’associazione Ale 883 di Tirano (Sondrio) che ha in comodato dalle F.S. parecchio materiale.