Sapevate che… L’Office National du Tourisme Tunisien e la TunisAir hanno avuto proprio una bella idea?
Quella di propormi (fosse solo per non farmi perdere i ritmi viaggiatori in quanto reduce solo ventiquattro ore prima da una gita in Cile di quindici giorni di cui trentasette ore di aereo (decolli e aeroporti à gogò) un invitante (e per l’appunto l’invito fu accettato) weekend, in occasione del volo inaugurale Milano–Tozeur. Due notti nella bella non meno che immensa oasi del sud tunisino, dunque, pensando alla celebre “Night in Tunisia” del mitico Dizzy Gillespie (1942, info per i pochi che non conoscono questo capolavoro del Jazz) mirabilmente eseguito svariati anni fa durante uno storico concerto a Cartagine.
Sapevate che… La Tunisia è forse un filino ignorata dagli abitanti del Belpaese?
E non si parla in sede turistica (trattandosi di una destinazione di successo, per certo il posto più vicino, e sicuro, in cui trovare sole e mare, esotico folclore e tradizioni). La Tunisia (una volta e mezza l’Italia, dieci i milioni di abitanti) è invece un po’ ignorata per le vicende storiche che la legano allo Stivale. Leggi la vicenda delle cosiddette guerre Puniche, di cui la Delenda Carthago, oggidì Tunisi, che Catone volle distrutta solo perché così vicina (così almeno si sussurra, ma la Storia di balle ne conta tante) da potersi esportare a Roma i fichì tunisini senza che marcissero lungo il percorso.
E dopo qualche santo (leggasi Agostino, Padre della Chiesa, nato nella tunisina Tagaste e morto a Ippona nella vicina, oggi inquieta Algeria) che nei primi anni del cristianesimo scrisse e predicò cose religiosamente importanti, nei primi anni dell’Ottocento la Tunisia vide l’arrivo di tanti laboriosi contadini siciliani. Ma divenne invece colonia, stavolta francese (perché solitamente furono i British a fottere le italiche povere manie di “grandeur”) fregataci mediante il Trattato del Bardo (12 maggio 1881, tra il Bey di Tunisi e la diplomazia parigina). E nonostante la fregatura (peraltro non colpa dei tunisini, bensì della politica estera savoiarda) l’Italia continuò a considerare la Tunisia una sorta di sua appendice africana. E vai allora col citare (te pareva) la Claudia Cardinale e aggiungo pure (info per gli ignoranti del grande Tennis) il “tunisino” Nicola Pietrangeli, indimenticato trionfatore nel parigino tennisodromo del Roland Garros (grande aviatore francese cui fu dedicato lo stadio del tennis, e, a proposito di Tunisia, primo pilota a raggiungere in aereo questo Paese nel 1913).
Sapevate che… In Tunisia c’è una marca di pneumatici più venduta delle altre?
Sarà forse per il matrimonio della splendida Afef col padrùn della Pirelli (nonché apprezzato tifoso e sponsor dell’Inter) Tronchetti Provera, ma dopo attenta indagine sulle ruote dei 4 x 4 fornitici dal Turismo tunisino posso garantire che (oltre che sulle maglie nerazzurre) il marchio della gloriosa fabbrica di pneumatici milanese era presente sull82% dei copertoni dei desertici fuoristrada.