Falkland: nella tana dei leoni (inglesi)
La vittoria, però, generò tanto entusiasmo da spingere i tedeschi a sfidare la flotta britannica – spronata da Winston Churchill, Primo Lord dell’Ammiragliato desideroso di rivincita – nella tana delle Falkland. Al Dresden non restava pertanto che doppiare nuovamente il Capo Horn, per ritrovarsi nuovamente nelle sue acque soltanto pochi giorni dopo, inseguito dalle navi di Sua Maestà britannica. Come prevedibile (in questo secondo scontro i rapporti di forze si erano ribaltati) alle Falkland la Navy si vendicò pesantemente, con il risultato che al Dresden, unica unità superstite, non restò che svignarsela cercando nascondiglio e rifugio negli inaccessibili anfratti della Tierra del Fuego cilena.
Fuga tra i fiordi del Cile meridionale
Iniziava così, ai primi di dicembre del 1914, una caccia all’incrociatore tedesco condotta con cocciuta determinazione dalla flotta britannica e destinata a concludersi ben tre mesi dopo. Scenario di questa incredibile e intrigante storia bellica e umana, le coste meridionali del Cile, frastagliate, dotate di fiordi profondi, reconditi porti naturali, ricche di isole confondenti la navigazione, sormontate da picchi innevati, una complessa morfologia facilitante chi intende nascondersi. E oltre a questo importante scenario naturale, non meno interessanti furono i personaggi di contorno in questo tragico gioco a nascondersi tra le due più importanti Marine del mondo.
La “pace” (provvisoria) nella Patagonia verde
Si parla (oltre agli agenti segreti presenti in tutto il sud America) della colonia tedesca nel Cile, ricca non meno che organizzata e soprattutto ancora patriotticamente legata al Paese di origine. Già agli inizi della fuga, in un remoto canale prospiciente Capo Horn, il Dresden fu aiutato da un esperto marinaio tedesco della zona, Albert Pagels, su richiesta del console Rudolf Stubenvauch. Ma fu soprattutto nel cupo fiordo di Quintupeu (nella Patagonia Verde, la regione dei Laghi comprendente la lunga isola di Chiloè) che l’equipaggio dell’incrociatore ricevette assistenza, appoggio ed entusiastiche attenzioni dai tanti tedeschi emigrati nella zona a metà dell’800 (e tuttora alcune case e strade di Puerto Varas, poco distante da Puerto Montt, ricordano architettura e tradizioni di una cittadina sassone o bavarese).