Sabato 4 Maggio 2024 - Anno XXII

Cosa sto facendo? Cammino

Comincia nel deserto australiano questa storia. Tra grandi monoliti che spuntano dal nulla, gruppi di hippie scalzi e un ex-operaio in pensione che gira a piedi, libero. Storie di vita e di uomini, in cammino

Foto album del deserto

Le Devil Marbles, luogo sacro per gli aborigeni
Le Devil Marbles, luogo sacro per gli aborigeni

Dopo qualche giorno ad Alice Springs, la regina del deserto, il viaggio continuò. Lasciammo la piccola città per tornare sui nostri passi, anzi scusate sulle tracce dei nostri pneumatici. Risalivamo la Stuart Highway direzione Darwin. Ci fermammo per un pieno a Wauchope, pochi passi dalle celebri Devil Marbles, luogo sacro per gli aborigeni, monumento naturale per i turisti. Prendemmo un caffè e attaccammo bottone con Paddy, il tuttofare del Wauchope Hotel, mentre i suoi due Border Collies, Tod e Rover, ci scorrazzavano fra le gambe. Gli chiedemmo se gli andava che gli facessimo qualche foto con i suoi cani: “Of corse”. Studiammo per un attimo la situazione. Trovammo una bella cornice per Paddy e Antonio si fece fuori quattro gigabyte di foto con la sua Nikon, mentre un team di tedeschi, intento a riparare una della macchine solari che stava partecipando alla World Solar Challange, ci guardava incuriosito. Salutammo Paddy. Prima di lasciarci andare ci disse: “Se avete fotografato me, sicuramente fotograferete ciò che incontrerete lungo la strada. È di gran lunga più interessante. Hi, mates”.

Un uomo, un furgoncino e due cammelli

Cosa sto facendo? Cammino

Ci rimettemmo in macchina e partimmo incuriositi da ciò che ci aveva detto Paddy. Qualche chilometro percorso ai nostri cento orari di media e vedemmo spuntare dall’orizzonte tremolante dell’asfalto una figura gigantesca che camminava, piano.

Ci avvicinavamo a gran velocità e più ci avvicinavamo più la figura si andava definendo. Due cammelli trascinavano un vecchio furgoncino guidati da un anziano signore vagamente somigliante a Richard Farnsworth, il protagonista del film di Lynch “Una storia vera”. Decelerammo e accostammo questa scena surreale invadendo la corsia opposta. Lo guardammo per una decina di secondi senza dire niente. Lui, il Richard Farnsworth dell’outback, non si girò. “Hey, hey”. “Salve”. “Cosa sta facendo?”. “Cammino”. “Possiamo farle qualche fotografia”. “Fate pure”. Accostammo la Land Rover al di là della corsia d’asfalto, nel bush.

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Lo raggiungemmo a piedi. “Ciao”. Non sapevamo bene cosa dire. Questa scena ci riportò subito in mente l’odissea narrata in “Orme” di Robyn Davidson, un’amica del fantasma che stavamo inseguendo. Negli anni Settanta, infatti, questa scrittrice australiana percorse a piedi mille e settecento miglia con quattro cammelli e un cane, attraverso il deserto australiano. In realtà mancavano due cammelli e un cane per riesumare la magica scenetta. Ci mettemmo a chiacchierare per scoprire qual era il motivo che lo spingeva a fare ciò che stava facendo.

Andare a piedi, libero

Cosa sto facendo? Cammino

Si chiama Klaus, ha sessant’anni. Da cinque anni viaggia a piedi per l’Australia: insieme a loro. Willy e Snowy, nove e otto anni. Li ha trovati per strada e li ha addomesticati. Ha trovato per strada anche Oskar, sei anni. “Chi è Oskar?”. Ci disse di dare un’occhiata dentro il furgoncino. Sbirciammo. Dal nudo interno si affacciò un piccolo cane. Bene, pensammo, come non detto. Il cane c’era, mancavano solo altri due cammelli per ricreare le condizioni del viaggio della Davidson. Ma Klaus non è uno scrittore. A vent’anni si è trasferito dalla Germania in Australia perché “era bella e facile”. In questo paese ha fatto l’operaio per trentacinque anni. Gli chiedemmo perché se ne andasse in giro così. “Perché ero stanco di avere qualcuno che mi dicesse sempre cosa fare; così ho lasciato tutto e ho cominciato ad andare, a piedi, libero”. Antonio faceva fotografie. Io guardavo Klaus andare in silenzio con i suoi compagni di viaggio. Mi tornarono in mente il gruppo di giovani hippie vicino Uluru. Chissà dov’erano? Chissà dove andavano? Chissà perché andavano, camminando? (1/2/2010)

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(1 – Continua)

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