Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Israele, non solo pellegrini

“Ci avevi mai pensato …?”. È il motto adottato dal più europeo dei Paesi non europei per invogliare i turisti a visitare (spesso ritornandoci) una terra che è insieme culla a madre dell’umanità

Per le strade di Tel Aviv
Per le strade di Tel Aviv

Vorrà dire “toccando ferro”!

No, “legno”, che da noi ha lo stesso significato scaramantico! Parlando poi dei luoghi di provenienza dei turisti, vediamo che il 25% arrivano dagli Stati Uniti, seguiti dalla Francia con l’11% e quindi dalla Russia, con circa il 9% del totale incoming. L’Italia occupa il quinto posto, in questa particolare classifica.

Le dirò perché, “legno” a parte, è ragionevole essere ottimisti. Sono nel settore turistico dai primi anni Settanta del secolo scorso. Tra la prima e la seconda esperienza del mio lavoro in Italia, mi sono occupato di marketing europeo, avendo sede in Gerusalemme. Ho avuto modo di “tastare” il polso della gente – concittadini come visitatori – su tutto ciò che avrebbe potuto migliorare l’accoglienza degli stranieri; e ho scoperto che il mio Paese non è “solo”, meglio dire non dovrebbe essere solo – una irrinunciabile meta religiosa.

Il turismo religioso è indubbiamente di primaria importanza e segue suoi tragitti privilegiati (viaggi, permanenze, manifestazioni ecc.). Basti pensare che il 75% di chi viene in Israele lo fa per motivi religiosi. La stessa Gerusalemme, città sacra per le tre grandi religioni monoteistiche, assorbe ben il 95% di visitatori interessati ai luoghi santi; anche se dal 1967 è città aperta, liberamente percorribile. Ecco, noi vogliamo che chi arriva qui abbia tempo e modo per scoprire un Israele diverso; una meta valida anche sotto il profilo turistico, per dirla sino in fondo.

Le acque salate del Mar Morto
Le acque salate del Mar Morto

E naturalmente avrete obiettivi ben precisi, da proporre a chi arriva …

Senza dubbio. La grande fortuna di Israele consiste, in buona sostanza, in una parola che tutti conoscono, a tutte le latitudini, quando si scopre qualcosa di molto interessante e se ne vogliono rendere partecipi gli, amici, i conoscenti: “passaparola”. Chi viene, molto spesso ritorna, anche se il Paese è piccolo e si visita agevolmente. Da parte nostra facciamo del nostro meglio per coniugare le esigenze e le aspettative dei turisti, qualunque sia la loro provenienza e la loro meta principale. Ecco perché si è dato grande impulso ai luoghi di cura e balneazione del Mar Morto, alle escursioni subacquee ad Eilat, nel Mar Rosso.

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A Masada, un luogo davvero incantato e storicamente importante, verrà rappresentato il Nabucco, mentre per gli sportivi avrà luogo la Maratona per la Pace e una grande “pedalata” collettiva dalle parti di Eilat. Senza trascurare le feste, il divertimento, la gastronomia, gli spettacoli teatrali ed altro ancora. Cerchiamo di dare un’immagine nuova del Paese; vogliamo che i turisti divengano amici, si sentano come a casa propria. I ritorni, sempre più frequenti, sotto questo aspetto ci gratificano non poco.

 

Cosa si aspetta che scrivano, i giornalisti, di Israele?

Non grandi “opere”; non articoli che ruotano attorno ad una “storia” che quasi tutti conoscono; piuttosto, testimonianze concise ed incisive di gente e di vita del mio Paese, magari pubblicate con una certa frequenza. Abbiamo ancora una certa immagine negativa da recuperare e leggere di Israele “poco e spesso” è ciò che ci auguriamo i giornalisti italiani confezionino per i propri lettori. Gli israeliani considerano l’Italia come uno dei Paesi più amici sulla scena internazionale. È anche per questo motivo che accolgono sempre molto volentieri i suoi cittadini.

(06/02/2010)

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