Giovedì 18 Aprile 2024 - Anno XXII

Si accende il dibattito sulla sicurezza in montagna

Il Cai contro la proposta di emendamento che porterebbe a carcere e sanzioni per chi provoca valanghe o si muove in giorni sconsigliati dai bollettini. Il ministro Brambilla: “Le sanzioni non sono l’unica risposta del governo”

Annibale Salsa, presidente Cai
Annibale Salsa, presidente Cai

Club Alpino Italiano prende posizione contro la nuove regole in discussione al Senato per la sicurezza in montagna. Annibale Salsa, presidente Cai, interviene sull’emendamento al Decreto sulle emergenze che includerebbe, se approvato, l’ipotesi di reato e il carcere per chi provoca un disastro sulla neve con morti e feriti e una sanzione di 5000 euro per escursionisti e sciatori che si muovono in giorni “sconsigliati” dai bollettini meteo e valanghe.

“La sicurezza in montagna non aumenta con le sanzioni o con il carcere per chi provoca valanghe, ma solo attraverso il lavoro di formazione, prevenzione, informazione”, afferma Salsa. Il presidente non si dice contrario a “norme per il miglioramento della sicurezza in montagna, ma per la loro stesura non si può prescindere dal coinvolgimento del Cai, del Soccorso Alpino e Speleologico, delle Guide alpine e a quanti vivono e operano in montagna”. “La montagna è uno spazio di libertà e non di coercizione”, aveva esordito Salsa. “Il Cai e il mondo della montagna non possono accettare una norma che, forse dettata dall’emozione, costringe a casa alpinisti, sciatori ed escursionisti, e che porta una militarizzazione delle Terre Alte”.

Il ministro del Turismo: “Non solo sanzioni”

Anche agli escursionisti con le ciaspole potrebbero essere applicate le nuove sanzioni
Anche agli escursionisti con le ciaspole potrebbero essere applicate le nuove sanzioni

La nota del Cai tradisce la preoccupazione di tanti frequentatori della montagna, dagli alpinisti di grido come Messner agli amanti delle escursioni con le ciaspole. Non è chiaro, ad oggi, come le nuove regole possano essere applicate, dalle multe in denaro sino al carcere che, in molti casi, sarebbe destinato a chi è rimasto comunque vittima della valanga che ha provocato.

Incerte, dunque, le conseguenze sul mondo dell’alpinismo e sullo sviluppo del turismo invernale. Michela Vittoria Brambilla, ministro del Turismo, ha dichiarato: “Tanti, troppi incidenti si sono verificati e continuano a verificarsi. Il contributo delle forze dell’ordine e del soccorso alpino sulle piste da sci, sui percorsi delle escursioni è molto forte, e per questo meritano il ringraziamento di tutti, ma c’è bisogno di un ulteriore intervento attraverso l’educazione della popolazione, canali di informazione martellanti, regolamentazione più rigida, sanzioni pesanti;  compreso il carcere, nei casi più gravi”: Il ministro ha aggiunto che la risposta sanzionatoria non è l’unica alla quale ha pensato il governo, ricordando il disegno di legge sul riordino delle professioni legate al turismo montano. (09/02/10)

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