Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

Tempo di Bit. Resistere alle tentazioni? Ma mi faccia il piacere!!

Ciò che resta dei quattro giorni della kermesse milanese sul turismo internazionale. Tra chiacchiere, conferenze e presentazioni non sono mancate bevute, assaggi, prelibatezze locali e…

Carpaccio di Polpo
Carpaccio di Polpo

SICILIA – A cena di: “Ambasciata dei Sapori, Uniti per il Trionfo, Vie del Gusto”; Ristorante Federico II di Palermo, Chef Francesco d’Ignoti.

Caponata di Melanzane – Carpaccio di Polipo alla Mazarese – Sformato di Ziti corti in crosta alla Gattopardo – Trucioli al Finocchietto, Ricotta e Bottarga di Tonno – Caserecce al Pesto di Pomodori secchi – Filetto di Maialino in Crosta di Pistacchi di Bronte alla Malvasia delle Lipari doc e marmellata di Fichi d’India – Involtini di Tonno ripieni di Provola dolce ragusana e Bietolona su Pesto di Pomodorino di Pachino, Mandorle, Basilico, e Olio extravergine d’oliva dei Monti Iblei dop – Cannoli di Piana degli Albanesi – Semifreddo Fichi d’India di Roccapalumba al Miele extravergine delle Madonie – Semifreddo di Mandorle e Cioccolata calda Acese. (Alla grande! E grande anche Francesco d’Ignoti! Una di quelle cene così -dicono gli spagnoli- “ricas” di portate e di sapori, che il giorno dopo le azioni dell’Alka Seltzer salgono del 25%).

I ponti adi Praga
I ponti adi Praga

REPUBLICA CECA – Allo stand, esposto, proposto e pertanto ovviamente degustato, il Vino Ceco (sì, fatto nella terra di Kafka!).

Ormai il vino lo fanno tutti. Ancora un po’ e berremo vini eschimesi: sembra che siano di bassa gradazione alcolica eppoi hanno il brutto vizio di servirlo a temperatura ambiente. Niente male (fosse solo per evitare la dittatura della birra Pilsen).

 

SLOVENIA – Allo stand, “vini” proposti dalla balda Ada Peljhan e ovviamente degustati con piacere.

Della bontà della Malvasia, Ribolla, Sauvignon, Tokaj – ma credo che quest’ultimo non possa più chiamarsi così nemmeno da quelle parti – prodotti in Slovenia, ho sempre avuto soltanto certezze. Ma le certezze è sempre meglio riconfermarle (a parte il fatto che la sete non è una colpa). E niente male nemmeno quei due calicetti di un Uvaggio, secco e pulito, aiutante a spedir giù i Pretzel in bellavista, offerti al visitatore a dimostrazione che la Slovenia è anticamera della Mitteleuropa. Quanto alle “tapas” di pancetta, e vai con altra Malvasia, grande mio amore tra i Bianchi.

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SPAGNA – Stand si, ma con bar-snack “como dios manda” a quei popoli, e loro ubbidiscono, che amano “gozar de la vida”, alias godersela, sennò cosa si vive a fare?

Ovvio Jamòn (ovvio nel senso di Pata Negra e grazie a questa ovvietà posso ribadire che al Pata Negra ho dedicato un minitrattato); Chorizo (salame spagnolo più o meno paprikato, laddove la Paprika si chiama Pimentòn); Formaggi (Queso che poi viene in gran parte dalla Mancha, leggere il Don Chisciotte); Cerveza o Birra (San Miguel, c’è identica marca nelle Filippine, spagnole fino al 1898); Vino (Rioja). “Franzia o Spagna, purché se magna” diceva il popolino – perché nobili e padroni nostrani non avevano problemi di magnare con l’invasore di turno – nei secoli dell’Italia asservita allo straniero. Qui alla Bit, in Spagna oltre a magnare si è anche – vedi sopra – bevuto, mentre nello stand Franzoso da magnare c’era invero poco, ma va bene così – anche perché portar le ostriche in fiera non è mica poi così facile – però, almeno una Quiche Lorraine…e vabbè.

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