E allora vediamo con quali risultati. Come sono andate le “presenze” degli italiani in Marocco?
Non male, tutto sommato. Dal 2005 in poi, gli arrivi dall’Italia hanno registrato una crescita valutabile intorno al 10-15% all’anno. Nel 2009, anno da tutti considerato negativo in generale e quindi anche per i flussi turistici, sono stati 185mila gli arrivi italiani: un 10% in più rispetto al 2008. Nella valutazione generale, sempre confrontando i dati 2009 rispetto al 2008, abbiamo avuto un incremento dell’8%, con ben un milione e mezzo di presenze dalla sola Francia, Paese che vanta legami storici con il Marocco, quindi statisticamente a sé stante.
Quali sono le aspettative per l’anno in corso?
Dall’Italia, circa 200mila turisti. Questa cifra è stata calcolata in base al piano nazionale chiamato “Vision 2010”. Questo piano, rivisto in seguito alla crisi internazionale, non è propriamente riferito in termini di obiettivi da raggiungere, quanto ad obiettivi di “data”. Per questo motivo, il piano dovrà trovare il previsto equilibrio di risultati anche considerando gli anni 2011 e 2012, perseguendo una piena collaborazione tra pubblico e privato. La soglia globale indica in circa 10 milioni il numero di persone che il mio Paese si aspetta di ospitare, La quota italiana dovrà quindi oscillare attorno al 5% degli ingressi totali.
Come vi state attrezzando per favorire il raggiungimento di tali obiettivi?
Anzitutto aumentando le capacità ricettive, creando 160mila nuovi posti letto, dei quali 130mila nelle aree balneari e 30mila in corrispondenza delle aree culturali del paese. La capacità ricettiva nazionale dovrà pertanto raggiungere la soglia di 230mila posti letto. E facile immaginare quale enorme sforzo economico tale progetto comporti: contiamo infatti di arrivare a circa 8-9 miliardi di euro di investimenti, destinati alla realizzazione di nuovi insediamenti balneari, infrastrutture per una migliore mobilità, strutture alberghiere e di intrattenimento. Questi investimenti prevedono anche la formazione, presso le scuole turistiche e alberghiere, di almeno 70mila neodiplomati e l’occupazione in generale prevede la creazione di circa 600mila nuovi posti di lavoro. Cosa ci aspettiamo, a fronte di questo enorme “programma” di spese? Un fatturato generale di almeno 9 miliardi di euro.
Il problema, in questi casi, si ripercuote anche sui collegamenti aerei. Come pensate di migliorarli?
Incrementando ovviamente i collegamenti già esistenti. La Royal Air Maroc è la compagnia di bandiera che garantisce numerose tratte internazionali e opera nell’intero territorio nazionale. Per parlare delle nuove tratte da poco operative, possiamo ricordare la Easyjet che collega Milano con Marrakech e Agadir; la Ryanair che opera da Milano per Fez e per Tangeri e da Pisa per Marrakech; poi c’è la Jet4you (gruppo TUI) con altri collegamenti e da settembre – si stanno discutendo i dettagli dell’accordo – la Air Arabia che unirà Roma a Marrakech.
Il Marocco ha “tanto” mare da offrire ai turisti. Come vi state organizzando, in proposito?
Lo abbiamo chiamato “Plan Azur” e prevede la creazione di sei nuove stazioni turistiche situate in prossimità di altrettante importanti città. Una di queste stazioni si trova sul Mediterraneo, quasi al confine con l’Algeria; è Saïdia, prossima alla città di Oujda. Sull’Atlantico invece, partendo da nord verso sud, troviamo Lixus, nelle vicinanze di Larache, quindi Mazagan (El Madida), Mogador (Essaouirà), Taghazout (Agadir) e Plage Blanche (Guelmin). Il Plan Azur prevede la creazione di 85mila posti letto entro quest’anno. E’ un progetto costoso e insieme ambizioso, che andrà ad accompagnarsi ai lavori per migliorare le strutture ricettive di altre località balneari esistenti: Al Hoceima, sulla costa mediterranea, ad est di Tetouan; Tamuda Bay, nella regione di M’diq-Fnideg e un nuovo resort a Oued Chbika, nel sud del paese, nei pressi di Tan Tan.
Come si può ben capire,il mare per eccellenza è naturalmente l’Oceano Atlantico; dalle mitiche Colonne d’Ercole, che separano l’Oceano dal Mar Mediterraneo, giù, sino ai territori più lontani della lunghissima costa marocchina.
Quali sono i “must” per un viaggio in Marocco?
Facile citare anzitutto le città imperiali, fra le quali la preferita dai turisti è senza dubbio Marrakech. Città cosmopolita, dotata inoltre di alberghi di assoluto rilievo ed eleganza. Quindi Fez, Meknes e, sulla costa, la capitale Rabat, con i suoi pregevoli monumenti e la stessa Casablanca; città troppo estesa che ha registrato un inurbamento selvaggio negli scorsi anni e che stiamo “liberando” dalle residue bidonville. Delle zone di mare abbiamo parlato (gli italiani prediligono Saïdia, sul Mediterraneo); rimangono le aree desertiche e pre-desertiche, le montagne del Rif e quelle dell’Atlante, dove d’inverno si può tranquillamente sciare.
Ultima domanda: quali le iniziative promozionali?
Tendiamo alla “conservazione” dei nostri beni turistici; ad esempio, una politica oculata nella creazione di nuovi Riad (sono oltre 700 nella sola Marrakech) che alterano l’equilibrio sociale delle città. Lavoriamo molto sulla “cultura dell’accoglienza” e, nella programmazione del nuovo, mettiamo in atto una politica di investimenti controllati. Per il resto, la “promozione” riguarda viaggi del trade (a maggio il primo, a Marrakech) due viaggi-stampa al mese per tutto il 2010, una presenza sempre più rilevante nell’on-line, anche in considerazione dell’evidente crisi dei media della carta stampata. (13/03/10)