Esplorare le ricostruzioni di una grotta con graffiti raffiguranti animali, i ripari sottoroccia dei nomadi mesolitici, una fattoria neolitica, un castelliere, un labirinto, un grande villaggio palafitticolo. Visitare poi il Parco delle incisioni rupestri di Luine-Boario Terme (Brescia), apprezzando le testimonianze che l’uomo ha inciso o graffito sulla roccia. La visita dell’Archeopark Darfo Boario Terme completa e arricchisce quella a Capo di Ponte del Museo Didattico di Arte e Vita preistorica.
L’esplorazione archeologica
La mattinata è solitamente dedicata all’esplorazione dell’Archeopark, sistemato su un’area di dieci ettari, dove sono stati ricostruiti tutti i tipi di villaggi preistorici dell’Italia settentrionale: dalla grotta paleolitica al riparo mesolitico, dalla fattoria neolitica al villaggio su palafitte su un lago, dal castelliere fortificato dell’età del Bronzo al villaggio di case di tronchi dell’Età del ferro, oltre a un grande laboratorio per le simulazioni dello scavo archeologico e alla ricostruzione di un labirinto di dimensioni reali.
Si entra in una grotta come quelle in cui, oltre diecimila anni fa, nomadi cacciatori-raccoglitori avevano dipinto e graffito figure di dei e animali analoghi a quelli che cacciavano; si osserva come i nomadi mesolitici (diecimila-settemila anni addietro) – che risalivano le valli per cacciare soprattutto camosci e stambecchi e durante le loro permanenze estive costruivano i propri rudimentali ripari utilizzando naturali anfratti nella roccia, oppure a ridosso di pareti rocciose con frasche e paglia o pelli – avevano organizzato i propri ripari sottoroccia; per comprendere come vivevano i primi agricoltori, si esplorano la fattoria neolitica, i campi di lino, miglio, grano e lenticchie e il deposito degli attrezzi agricoli, provando a impugnare la zappa e il falcetto o a tirare il carro a ruote piene.
Si visitano le capanne del grande villaggio palafitticolo sul lago, come poteva essere quattromila anni fa, quando i gruppi umani costruivano case sopraelevate con tronchi o canne rivestite di argilla e ricoperte di paglia, solide e difese da alte palizzate. In alto sulla collina si raggiunge il castelliere, villaggio fortificato come doveva essere circa tremila anni fa, quando per motivi di sicurezza gli insediamenti venivano eretti in posizione dominante e fortificati con imponenti muraglioni, le case solide e confortevoli prevalentemente in pietra e tronchi: si entra nelle case di tronchi di duemila e cinquecento anni fa, dove lavorano alcuni artigiani; infine si percorre un grande labirinto ricostruito sulla scorta dei disegni trovati sulle rocce di Luine, Capo di Ponte e Cimbergo.
Un viaggio nel tempo
“Oggi faremo un viaggio nel tempo” esordisce l’archeologo Ausilio Priuli che ci accompagna, con straordinaria competenza e passione, nella visita del parco archeologico che ha ideato e realizzato: l’Archeopark di Darfo Boario Terme. “Parliamo dell’Homo sapiens sapiens, cioè dell’uomo come noi” continua rivolgendosi ai nostri figli che lo ascoltano coinvolti “qui ho ricostruito con le mie mani tutta la vita dell’Homo sapiens sapiens. Il mio compito è quello di studiare la vita dell’uomo del passato: per comprendere fin da piccoli com’è il lavoro dell’archeologo e quanto è importante lo studio della preistoria per tutti; non sono favorevole ai musei di vecchio stampo dove si trovano ‘opere morte in bare di cristallo’. L’unico modo per avvicinare i bambini alla preistoria è entrare in una casa del passato e fare concretamente quello che faceva l’uomo preistorico, ripetendone i gesti e le attività.” Ecco dunque un grande parco tematico, piacevolmente immerso nella natura, la cui principale caratteristica è di non essere stato creato per visitarlo ma per viverlo. Uno tra gli obiettivi importanti dell’esperienza, secondo Priuli, è quello di condurre i bambini e i ragazzi a cogliere le trasformazioni della vita degli uomini nel tempo, dalla preistoria all’oggi. Anche con i più piccoli, lo studioso invita a servirsi del passato per capire il presente e, reciprocamente, a comprendere che le domande sul presente trovano radice nel passato.
Nulla di astratto; ogni interrogativo viene calato nella pratica, i bambini oltre al divertimento che sperimentano in un’entusiasmante giornata al parco, portano a casa, senza sforzo, l’apprendimento di quanto a scuola era parso loro immensamente distante e ora ha preso vita.