È facile perdersi nei tortuosi vicoli di Damasco, nel suo intricatissimo groviglio di strade. Ma se ci si fa prendere per mano, lasciandosi condurre da una guida esperta, sarà una passeggiata strabiliante, un viaggio alla scoperta dei giardini nascosti, delle minuscole botteghe, dei sapori, dei profumi, dei colori della città. Dietro ogni porta si cela una miriade di segreti, di tradizioni, di cucine odorose di spezie. E ogni cucina nasconde una storia e una ricetta per raccontarla. Come il tabbuleh di zia Salime, un piatto dai pungenti aromi di erbe, una festa per il palato e i muscoli della risata, che non può essere preparato nei momenti tristi; i falafel al coriandolo e cumino dell’artista delle ombre, un uomo capace di mettere in scena con le sue sole mani intere opere teatrali; il riso con mandorle e uvetta dell’anziana levatrice sciita; il fragrante pane allo yogurt della donna che aveva dimenticato come si faceva ad amare; il caffè al cardamomo servito nell’antica caffetteria vicino alla moschea degli Omeiadi, dove ammalianti narratori intrattengono i clienti con favole e antiche leggende misteriose.
La città che profuma di coriandolo e di cannella nasce da una telefonata e da una promessa tra fratello e sorella. Rafik Schami ormai da anni è stato esiliato dalla Siria per motivi politici e la sua idea di scrivere un libro in onore della cucina della sua città, la regina d’Oriente, sembrava destinata a non realizzarsi mai. Almeno finché sua sorella non si è offerta di aiutarlo. Così Marie Fadel raccoglie le ricette e le detta per telefono, accompagnando suo fratello ma anche i lettori alla scoperta di un universo affascinante e profumato.
Un romanzo che è insieme una raccolta di microcosmi familiari, un ricettario e una guida di Damasco, crocevia degli splendori del Medio Oriente.