Mercoledì 30 Ottobre 2024 - Anno XXII

Nuova vita all’Hangar Bicocca

Riapre dopo una lunga pausa lo spazio d’arte contemporanea che recupera parte degli stabilimenti del gruppo Ansaldo. Fausto Melotti all’ingresso, Christian Boltansky all’interno con l’installazione “Personnes”

Fausto Melotti,
Fausto Melotti, “La Sequenza” (Courtesy: Fondazione Hangar Bicocca. Copyright: Agostino Osio)

Cinque grandi nomi dell’arte contemporanea inaugurano l’atto secondo di Hangar Bicocca. Lo spazio milanese, che recupera un vecchio stabilimento dell’Ansaldo, nella zona Nord della città, è stato riaperto ieri sera con l’esposizione di tre installazioni permanenti e due temporanee, di Fausto Melotti, Christian Boltansky, Anselm Kiefer, Stefano Boccalini e Carlos Casas. Un magnifico nuovo inizio per l’area che già era stata aperta al pubblico nel 2004 e, dopo i primi anni di eventi, ha visto un periodo di pausa.

I lavori, che hanno lasciato volutamente all’edificio parte del suo aspetto originario di architettura industriale, hanno realizzato all’interno una libreria, un bistrot e l’ampio capannone destinato alle mostre. In tutto si tratta di 15 mila metri quadrati, un tempo dedicati alla produzione di bobine per i motori elettrici dei treni, oggi poco lontani da cinema, negozi e locali del Bicocca Village e dal quartiere universitario.

Come arrivare all’Hangar Bicocca

M1 Fermata Sesto Marelli

Prendere la linea 51 (direzione Cherasco/Ca’Granda) per una fermata e scendere alla fermata Via Chiese.

FS Fermata Stazione Greco-Pirelli

Prendere la linea 87 (direzione Sesto Marelli M1) per 6 fermate e scendere alla fermata Via Chiese/Via Sesto San Giovanni.

Registra i battiti del tuo cuore

Christian Boltansky,
Christian Boltansky, “Persones” (Courtesy: Fondazione Hangar Bicocca. Copyright: Agostino Osio)

Nuova interpretazione della vacuità umana per l’artista francese, “Persones” è un imponente accumulo di vestiti alla sommità dei quali si trova una gru. La gru si alza e si abbassa sui vestiti, in modo ripetitivo, agganciandoli e facendoli cadere. Al grande impatto dell’installazione si aggiunge una proposta interattiva: dieci giorni prima della chiusura della mostra, prevista sino al 19 settembre, il pubblico potrà portare via alcuni dei vestiti nel cubo, contribuendo a una disgregazione “ecologicamente corretta” dell’opera.

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Boltanski prosegue in Bicocca anche il progetto “Les archives du coeur”: ciascun visitatore può registrare i battiti del suo cuore ed entrare nel singolare progetto che, dal 2008 ad oggi, ha raccolto 60 mila battiti. L’archivio dei cuori dell’umanità è custodito nell’isola giapponese di Teshima. (25/06/10)

 

Per informazioni

www.hangarbicocca.it

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