Come minatori nelle viscere del “Monte del Piombo”
Bleiberg significa “Monte del piombo” e, infatti, qui si trovano le antiche miniere di questo metallo. Terra Mystica si chiama il centro informativo. Un ex-minatore conduce con passione i gruppi di turisti alla scoperta di metodi e attrezzature adoperati fino a pochi decenni orsono ed è impressionante percorrere con il trenino la galleria buia e umida con una temperatura costante di soli 8°. Praticamente si gira intorno al monte Döbratsch e si entra nella Gailtal vicino a Nötsch. In quella che è chiamata Kärntens Natur Arena. La traduzione non mi sembra necessaria.
Questa valle è la più meridionale della Carinzia e si estende in direzione est-ovest costituendo il confine con l’Italia. Proprio questo fatto è il “punto debole”, turisticamente parlando. La vicinanza al Friuli e al Veneto, il facile collegamento attraverso il Passo di Pramollo, la rendono una destinazione dove gli italiani (tanti) passano ma non pernottano. Chi può torna a casa la sera, gli altri proseguono per diversi lidi. Peccato, anche perché ci sono buoni alberghi, come lo Schloß Lerchenhof, di Hermagor, un palazzo in stile Biedermeier di inizio ‘800, la casa padronale di un’azienda agricola che produce il famoso Geitaler Speck, un salume di origine controllata prodotto solamente in piccolissima quantità in una zona limitata.
Sfrecciare sul “Pendolino” carinziano
Passati Hermagor a Tröpolach si lascia la macchina al parcheggio e si sale sul Millenium Express, una lunga cabinovia in tre sezioni che sale fino ai 1.919 metri del Madritsche, un vasto alpeggio appena sopra il confine italo-austriaco di Pramollo/Naßfeld. Qui i ragazzi troveranno l’Aqua Trail, un percorso ludico-didattico sull’acqua di montagna. Per scendere alla stazione di mezzo di Tressdorfer Alm vale la pena provare il Pendolino, uno slittino che corre ancorato a una rotaia su un percorso a zig-zag con curve, controcurve e brevi salti. Ognuno mantiene la velocità che più gli aggrada grazie a una leva che funge da sgancio del freno. In poche parole si scende rapidi solo se si tira quella leva che, altrimenti, è in posizione di frenatura. Alla stazione di arrivo si può visitare un caseificio di montagna.
Sul Lago Bianco di James Bond
Scesi dal Naßfeld si torna un attimo indietro verso Hermagor ma si devia prima sulla Statale 87 lungo la Gitschtal, per raggiungere Techendorf e il Weißensee. La strada percorre una curva dopo l’altra un grande e fitto bosco di pini fino ai quasi mille metri di quota dove si trova quello che è definito come uno dei laghi alpini più belli. Il Weißensee [Lago Bianco] in realtà è di un azzurro/verde inimmaginabile, se però si guardano le acque dall’alto la loro limpidità permette di vedere le sponde e il fondale calcarei bianchissimi. Ed ecco spiegato il nome.
La forma ricorda un fiordo norvegese, lungo e stretto con 22 chilometri di rive in gran parte disabitate. Solo 800 persone vivono stabili nei villaggi attorno al lago. Come in tutti i laghi della Carinzia sono vietate le imbarcazioni a motore e si gira solo con barche elettriche, questo significa una qualità dell’acqua sopraffina e, nonostante l’altezza, l’irraggiamento solare riesce a portarne la temperatura sui 26°. La tutela dell’ambiente è al primo posto. Non ci sono insediamenti produttivi e, già dagli anni ’80 la comunità puntò su un turismo sostenibile rifiutando grandi impianti e alberghi.
D’inverno il lago ghiaccia ed è uno dei paradisi dei pattinatori. Specialmente gli olandesi vengono da queste parti per partecipare alle maratone di 50, 100 e perfino 200 chilometri. A proposito di ghiaccio, sul lago venne girata una scena di un film di James Bond con Timothy Dalton.