L’occhio di Istanbul
Le foto ritraggono paesaggi urbani, volti e cose, con un occhio di riguardo ai collegamenti culturali tra Senigallia e Ancona con l’Oriente e Costantinopoli. Gli scatti vanno così a comporre un reportage della città sul Bosforo che riprende luci notturne, effetti “chiaroscurali”, malinconie di una città intrisa di cultura millenaria senza pari, come sottolineano i curatori Carlo Emanuele Bugatti e Gianni Volpe. Non è un caso dunque che Güler sia considerato l’”occhio di Istanbul” per la sua capacità di rendere lo spirito della città, una città immortalata negli anni del dopoguerra e “fatta di più piani, di fondali profondi, di skyline nebbiosi e inconfondibili, di acque cupe e pesanti, di luci morbide e di ombre scurissime”.
La lunga carriera di Güler, nato a Istanbul nel 1928, conosciuto più per i suoi ritratti di Winston Churchill, Maria Callas, Alfred Hitchcock, fu per così dire benedetta da Cartier Bresson e Marc Riboud che lo invitarono a entrare nell’Agenzia Magnum. Seguirono una serie di importanti riconoscimenti a livello internazionale come quello del 1961, quando il British Journal of Photography Annual lo inserisce tra i sette migliori fotografi nel mondo.
Un lavoro “documentaristico, sorprendentemente ampio e potente”, lo definisce il premio Nobel per la Letteratura Orhan Pamuk che ha scelto alcuni degli scatti di Ara Güler, il più noto fotografo turco-armeno vivente, per illustrare il suo recente libro “Istanbul”. Cinquanta fotografie in bianco e nero, in formato 40×50, realizzate dallo stesso Güler, sono esposte fino al 3 ottobre a Senigallia (Ancona) a Palazzo del Duca. L’unica data italiana della mostra “Ara Güler, l’occhio di Istanbul”, dopo le esposizioni di Parigi, Mosca e Atene, racconta al pubblico italiano la vita della città patrimonio Unesco nel periodo compreso tra il 1950 e il 1975. La mostra di Senigallia, città legata al mondo della fotografia (qui vissero artisti importanti del Novecento fotografico come Giacomelli, Cavalli, Ferroni e il gruppo Misa) rende omaggio all’autore nell’anno di Istanbul Capitale europea della Cultura.
La città, oggi
Anche Milano racconta la metropoli turca attraverso 32 immagini inedite di uno dei maestri della fotografia italiana, Gabriele Basilico. La mostra “Istanbul 05.010”, aperta al pubblico dal 16 settembre al 12 dicembre alla Fondazione Stelline, è di segno diverso rispetto a quella marchigiana. Gli scatti, prevalentemente a colori, si concentrano sullo spazio urbano contemporaneo documentando i cambiamenti della città colti da Basilico in due momenti separati: durante due campagne realizzate nel 2005 quando il fotografo fu invitato alla IX Biennale Internazionale di Istanbul, e nel 2010, per Istanbul Capitale europea della Cultura. In mostra sono visibili i nuovi quartieri cittadini in espansione, sorti accanto alle rovine della “vecchia” Istanbul, che descrivono la città come un “corpo fisico in perenne movimento, metafora degli aspetti sociali del nostro tempo”. (15/09/10)
Ara Güler, L’occhio di Istanbul
Fino al 3 ottobre 2010
Senigaliia, Palazzo del Duca
Aperta tutti i giorni dalle 17 alle 20
Per informazioni: www.senigalliacittadellafotografia.it
Gabriele Basilico, Istanbul 05.010
Milano, Fondazione Stelline, Gallery II (corso Magenta 61)
16 settembre – 12 dicembre 2010
Orari: martedì – domenica, 10 – 20 (chiuso lunedì). Il biglietto consente di visitare anche la mostra “Valerio Berruti. Una sola moltitudine”
Per informazioni: www.stelline.it