Attraverso la danza i Dervisci Rotanti eseguono un rituale in cui musica e movimenti del corpo, sapientemente intrecciati nello spazio reale, diventano il tramite per l’avvicinamento dell’uomo a Dio, in un piano spirituale e meditativo. Il raggiungimento di questo stato di estasi mistica, ottenuto attraverso la danza, permetterebbe una maggiore unione e comunicazione con il divino. In Turchia l’Ordine dei Mevlevi, confraternita Sufi, pratica questa danza fascinosa le cui origini risalgono al tredicesimo secolo circa.
Con la mano sinistra abbassata verso terra, quella destra rivolta verso l’alto, la testa leggermente inclinata verso destra, i Dervisci Rotanti, pantaloni bianchi con sopra una lunga gonna a campana, ruotano su stessi ruotando contemporaneamente nello spazio.
Armonie di suoni
Ad accompagnare questi continui movimenti rotatori il suono melodico del nay, un flauto verticale fatto di canna che nella musica turca ha un ruolo mistico, i küdum, timpani in cuoio ricoperti di pelle di capra, e gli halile, piatti in rame. È in questa armonia di suoni e di passi che si ripetono sempre uguali a se stessi che i danzatori allontanano la loro mente dalle cose terrene per ritrovarsi in uno stato di estasi. Raggiunto questo stato, musica e suoni cessano, e nel loro completo senso di abbandono i Dervisci Rotanti continuano a volteggiare leggeri. Un solitario flauto, delicato e lontano, li riporta lentamente alla realtà.
L’incanto viene da sé per quest’atmosfera quasi rarefatta e impalpabile, ma silenziosamente affascinante. (28/09/10)
Si ringrazia l’Ufficio del Turismo Turco per le immagini.
Estasi mistica in movimento