Mercoledì 30 Ottobre 2024 - Anno XXII

Ghostbusters a Roma

Fantasmi Ponte-Sant-Angelo-Roma

Brividi e presenze impalpabili. Non è vero ma ci credo. Spiriti e fantasmi aleggiano tra i vicoli della capitale, un alito di vento gelido che fa rabbrividire… E non solo per il freddo

Fantasmi La luce di un lampione che illumina piazza di Santa Maria in Trastevere
La luce di un lampione che illumina piazza di Santa Maria in Trastevere

Ci sono molti motivi per scegliere di soggiornare a Roma: la storia, la cultura, l’arte, la cucina… ma chi aveva mai pensato al mistero? Le millenarie pietre della Città Eterna sembrano fatte apposta per raccontare storie strane e spettrali. Alla scoperta dei luoghi più magici di un’incantevole città incantata. Camminare al tramonto nei vicoli del centro, sentendo il rumore dei passi sul selciato, fermarsi incantati di fronte a uno scorcio che sembra dipinto, un lampione acceso come fosse una fiaccola, la facciata di un palazzo del Cinquecento che si illumina di blu cobalto. In un’atmosfera così carica di evocazioni, ecco che i fantasmi diventano, ancora una volta, presenze. Quasi abituali, come abitanti perenni di luoghi che sprigionano un concentrato di memorie unico al mondo.
Il volto più misterioso della Città Eterna si può scoprire anche così, in un vero e proprio viaggio nel tempo. Nulla di inquietante. Non è necessario chiamare l’Acchiappafantasmi. Al contrario, le storie, anche quelle più tragiche, di tanti personaggi del passato rendono palazzi, strade, ponti ancora più vivi. Come se a Roma l’eternità possa essere davvero di casa, ovunque. Ancora di più in quello che viene definito non il centro ma il “cuore” della Capitale: la zona intorno a piazza Navona, Campo de’ Fiori, piazza Farnese, con il Tevere a fare da sfondo privilegiato, ieri come oggi, anche dopo l’ondata di piena dello scorso dicembre che ha tenuto con il fiato sospeso tutti, romani e mondo intero.

Fantasmi: Beatrice vaga su Ponte Sant’Angelo

Fantasmi Ponte Sant'Angelo
Ponte Sant’Angelo

La passeggiata alla scoperta dei fantasmi di Roma si trasforma in un vero tuffo nell’anima, anzi nell’inconscio della città. Si inizia ripercorrendo la vicenda di Beatrice Cenci, fanciulla bellissima vissuta alla fine del Cinquecento. Faceva parte di una delle più antiche famiglie nobili capitoline, ma la sua non era una vita facile: il padre, Federico Cenci, abusava di lei. Dopo esser stata accusata di parricidio, insieme ai familiari, giovanissima venne condannata a morte da papa Clemente VIII e decapitata la mattina dell’11 settembre 1599 sulla piazza di ponte Sant’Angelo. In via Monserrato, fra piazza Farnese e via del Pellegrino, a un passo da via Giulia, c’è la targa del carcere dell’antica Corte Savella in cui venne rinchiusa insieme alla madre Lucrezia, prima di andare al patibolo. Quando nel 1655 furono istituite le Carceri Nuove, l’edificio venne acquistato dal Collegio Inglese, fondato il 23 aprile 1578 da papa Gregorio XIII. Ancora oggi, si dice che Beatrice appaia tutti gli anni durante la notte tra il 10 e l’11settembre, mentre cammina con la testa mozzata fra le mani lungo ponte Sant’Angelo, al cospetto della maestosa Mole Adriana, testimone del suo tragico destino.

La Pimpaccia di piazza Navona…

Fantasmi Ritratto di Donna Olimpia Maidalchini (Foto: dopart.it)
Ritratto di Donna Olimpia Maidalchini (Foto: dopart.it

Si continua seguendo lo spirito di Donna Olimpia Maidalchini. Nata a Viterbo nel 1592 da una famiglia modesta, riuscì a sposare in seconde nozze Pamphilio Pamphilj, fratello del cardinale che pochi anni dopo sarebbe diventato papa Innocenzo X. Il popolo non amava affatto Olimpia, ritenendola avida e interessata al potere e le diede il soprannome di Pimpaccia di piazza Navona (dove abitava nello splendido Palazzo che oggi ospita l’Ambasciata del Brasile, accanto alla Chiesa di Sant’Agnese in Agone). Il nome deriva dalla Pimpa, la protagonista – dispotica, furba e assai spregiudicata – di una commedia seicentesca che sembrava il suo ritratto. Famose anche le “pasquinate” sul suo conto, vale a dire gli scritti satirici lasciati sulla più celebre statua parlante della Città Eterna, Pasquino, che si trova all’angolo con via Santa Maria del Pianto e all’inizio di via del Governo Vecchio e da tempi memorabili si fa portatrice di messaggi di ogni tipo: annunci, saluti, storielle, invettive e proteste, redatte a vario titolo.

Fantasmi: le mani di Costanza e le “presenze” Reali

Il fantasma del Pantheon (Foto: Luisa Mosello)
Il fantasma del Pantheon (Foto: Luisa Mosello)

Il viaggio prosegue con un’altra presenza femminile avvolta nella leggenda. Costanza De Cupis era una nobildonna vissuta nel XVII secolo. Sembra che avesse delle bellissime mani, così bianche e perfette da essere famose in tutta la città, tanto che un artista decise di onorarle immortalandole con un calco. Ma un veggente predisse che una di quelle mani correva il rischio di essere tagliata. Costanza, terrorizzata, si chiuse in casa per timore di incidenti. Un giorno, però, si punse mentre ricamava. La ferità però si infettò e furono costretti ad amputarle l’arto per scongiurare effetti letali. Questo però non fu sufficiente e la donna, come predetto, morì. Da allora, nelle notti di luna piena, chi passeggia in via dell’Anima e a Piazza Navona, se rivolge lo sguardo verso l’alto potrebbe vedere la sagoma di una mano, affusolata e dal candore lunare. Appare come una visione dietro il vetro di una delle finestre dell’antico Palazzo De Cupis. Anche il Pantheon, suggestivo monumento romano edificato per volere di Marco Agrippa nel 27 a.C., è luogo di presenze. Fra tante tombe celebri, custodisce quelle dei reali Vittorio Emanuele II, Umberto I e Margherita di Savoia. Si narra che proprio Umberto I, assassinato a Monza nel 1900, sarebbe apparso più di una volta, per esempio nel 1930, quando si mostrò agli occhi di un carabiniere che montava la guardia.

… in carrozza all’Inferno

Fantasmi I misteri di Ponte Sisto
I misteri di Ponte Sisto

La scritta che meglio la ritrae così recitava: “Olim pia, nunc impia”. Si tratta di un gioco di parole in latino che, tradotto, significa: “una volta pia, adesso empia”. Oggi chi vuole incontrare il suo fantasma può andare il 7 aprile, data della morte di papa Innocenzo X, lungo Ponte Sisto e aspettare di vederla mentre su una carrozza nera corre all’impazzata verso Trastevere, nel cuore della notte. Al di là del fiume, fino al 1914, c’era anche una strada nei pressi di Villa Pamphilj, oltre Porta San Pancrazio, chiamata via Tiradiavoli: secondo un’altra versione della leggenda, pare che la carrozza fiammeggiante la percorresse per portare la Pimpaccia alla villa papale e che i diavoli avessero aperto una voragine per riprendersela con loro.

Fantasmi sullo schermo

Fantasmi La locandina del film del 1961
La locandina del film del 1961

Infine il cinema, da cui eravamo partiti. Il film “Fantasmi a Roma”, girato nel 1961 per la regia di Pietrangeli, con la sceneggiatura di un romano doc come Ettore Scola, propone una storia assai particolare e colorita. La trama racconta di cinque fantasmi che popolano un palazzo patrizio nel cuore di Roma e che si alleano con un pittore-fantasma del Cinquecento per impedirne la speculazione edilizia progettata dall’ultimo discendente. La soluzione escogitata: far dipingere un affresco in un soppalco nascosto, cosicché le belle arti dichiarino il palazzo “monumento nazionale”, affinché rimanga inviolato. Tra gli interpreti: Sandra Milo, fantasma di una dama perennemente raffreddata, perché morta suicida affogata nel Tevere; Marcello Mastroianni, impenitente seduttore anche dopo morto; Tino Buazzelli nella parte di Fra’ Bartolomeo e Vittorio Gassman, fantasma di un pittore squattrinato e confusionario. Il palazzo è a un passo da piazza Navona, in via della Pace, proprio dove si trova il famoso Caffè della Pace meta di creativi e destinazione storica della “movida” capitolina. Sembra sia realmente abitato da misteriose presenze. Parola di nottambuli doc, che di oscurità e dintorni se ne intendono, eccome.

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