Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Toulouse, la Città Rosa

Una comunità dal grande patrimonio storico e al tempo stesso giovane, nei Midi-Pirenei così vicini ad atmosfere spagnole. Luogo di sorprese, dalla tecnologia aeronautica alla storia dei pellegrini

Passioni celesti

La facciata del municipio
La facciata del municipio

Senza limiti di spazio e tempo è, del resto, la fama che accompagna alcuni nomi chiave dell’identità tolosana. Carlos Gardel, maestro del tango melodico, nacque qui nel 1890: la sua musica alimenta l’anima passionale di Toulouse. Antoine de Saint-Exupéry, l’aviatore che il mondo conosce per Il Piccolo Principe, è, invece, ricordato per aver pilotato i primi aerei dell’Aéropostale. La tradizione aeronautica della “capitale europea dell’aviazione” risale ai primi del ‘900: da allora il settore è diventato punta di diamante dell’industria cittadina e attualmente l’avanguardia ha il nome di Airbus e A380. Queste e altre storie sono dipinte sulla volta del porticato accanto alla piazza del Campidoglio: un’originale serie di illustrazioni che ripercorre per immagini passato e presente della città. Il Capitole è il maestoso edificio, dall’architettura armonica e perfetta, che ospita la sede del municipio, oltre a sontuosi arredi e opere d’arte, e che si affaccia sull’ampio piazzale, in cui brilla la croce occitana di Raimondo Moretti.

Lo scrigno di Albi

Le linee gotiche della cattedrale di Sainte-Cécile
Le linee gotiche della cattedrale di Sainte-Cécile

Storia, spiritualità e arte accomunano Toulouse ad altre città della regione Midi-Pirenei. Albi, dominata dai capricci del fiume Tarn, le cui piene hanno più volte messo a dura prova case, ponti e abitanti, è un piccolo gioiello. Passeggiare nel centro storico è un piacere sottile, avvolto dalla semplicità del rumore dell’acqua: la bellezza appare nascosta, come nella cattedrale di Sainte-Cécile, capolavoro dello stile gotico meridionale. Spoglia e austera all’esterno, perché doveva ricordare una fortezza, in tempi in cui gli assedi all’importante sede episcopale erano all’ordine del giorno, si rivela all’interno una chiesa con una stupefacente superficie dipinta: neppure un centimetro di pareti e soffitto è sgombro. La considerevole altezza necessitò di tecniche pittoriche opportune, perché dal basso le scene fossero nitide, a opera di maestri del Rinascimento italiano. La fatica quotidiana di chi lavorò agli affreschi è oggi lo splendore di cui Albi, patrimonio dell’Unesco da luglio 2010, è fiera.

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Il genio di Toulouse-Lautrec

Palais de la Berbie
Palais de la Berbie

Nel palazzo episcopale, Palais de la Berbie, il Museo Toulouse-Lautrec accoglie mille opere del pittore, nativo di Albi, testimonianza visiva ed emotiva del suo estro e della sua intensa esistenza. Il museo, nato per volontà della madre, la contessa Adèle de Céleyran, non tralascia nessuna fase del percorso artistico di Toulouse-Lautrec e restituisce l’immagine di un uomo segnato da una profonda sofferenza: una malattia ossea congenita lo aveva costretto a un aspetto deforme e sproporzionato. Tuttavia gli donò una sensibilità straordinaria e lo spinse a una costante ricerca d’amore, espresse nei suoi quadri con toccante delicatezza.

La creatività degli Albigesi si manifesta anche oggi e nei settori più disparati, per esempio l’arte culinaria. Il ristorante L’Esprit du Vin si distingue per l’idea originale del suo giovane chef, David Enjalran: il menù è a sorpresa, ogni sera differente, perché scelto in base ai prodotti di stagione e alle disponibilità dei mercati. Ci si siede a tavola e ci si affida alla sorte.

Un po’ come accade per ogni viaggio che si rispetti.

(24/11/10)

 

Le foto dell’articolo sono di Denise Silivestro.

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