“Perde l’equilibrio. Le sue mani annaspano, graffiano l’aria. Il dolore le perfora le tempie, straziandola come un pesce all’amo”. Il dramma e lo spaesamento di Nora è palpabile sin dalle prime pagine di “N’zid. Questo mare è la mia terra”. In lingua araba “N’zid” significa io rinasco, ricomincio. Un’affermazione che percorre l’intero romanzo di Malika Mokeddem, scrittrice ma anche nefrologa algerina residente a Montpellier, in Francia. La trama del romanzo edito da Effemme, piccola casa editrice specializzata in guide e letteratura di mare, ha per protagonista una donna alla deriva, nel vero senso della parola, una naufraga dei giorni nostri, una francese di origini algerine, come l’autrice, rimasta senza memoria e senza punti di riferimento, sospinta dalla onde in mezzo al mare su una barca a vela, alla ricerca concitata della propria identità in un’avventura che si tinge di giallo. Quello che conta, emergerà di pagina in pagina, non è tanto capire da dove si arriva. Dall’Africa o dall’Europa, non importa. Quello che raffiora dalle onde dell’incertezza è la consapevolezza di appartenere a quello sconfinato “continente blu” che ci unisce e ci accomuna tutti e fa affermare “questo mare è la mia terra”.