Il Salento è tarantola che morde l’anima e il calcagno, pizzica il cuore e il tamburello, balla le danze dell’amore e del dolore. “Terra del Rimorso”, dove i riti del sacro e del profano avvolgono o rompono la rete del veleno iniettato da ragni, scorpioni e serpenti, inganni, delusioni e tradimenti.
Voci, suoni, balli e culti richiamano miti arcaici, storie di ex voto e di guarigioni, divinità taumaturgiche e santi con serpenti in mano, racconti di duro lavoro agreste e di tormentati amori impossibili, pietre tarantolate ed affrescate, luoghi alchemici umani e religiosi, canti disperati, ritmi ed orchestrine popolari.
Le tappe dell’itinerario
Galatina custodisce nel suo prezioso ed aulico centro storico l’antica Cappella di San Paolo, il Santo protettore di coloro che sono stati pizzicati da animali velenosi, dipinto in una straordinaria tela settecentesca con gli attributi del serpente, del ragno e dello scorpione. Qui, il 29 giugno, i malati di tarantismo giungevano, nel luogo sacro denominato anche “Cappella delle tarantate” per implorare la grazia della guarigione, danzare sfrenatamente seguendo il ritmo dei suonatori di tamburello e bere l’acqua miracolosa del pozzo adiacente, oggi ubicato all’interno del Palazzo Tondi-Vignola. L’iconografia di San Paolo, ripresa dal suo episodio prodigioso a Malta, ma anche dalla simbologia di divinità pagane, è diffusa in altri centri urbani e rurali di Terra d’Otranto, che richiamano alla memoria storie antropologiche e mitologiche di grande fascino, come nella nota cittadella rinascimentale di Acaya.
A metà tra viaggio e pellegrinaggio
Nasce il desiderio di percorrere gli antichi passi pizzicati salentini e di tessere un itinerario tematico, inedito e culturale, che cuce e segue il filo lungo e intorno le vie e i siti primitivi e autentici legati alla tradizione del tarantismo e delle tarantate, della pizzica e della musica locale, di San Paolo e delle Entità guaritrici.
Protagoniste delle visite, in compagnia di una guida turistica, erede e custode del viaggio magico e del pellegrinaggio religioso, sono le testimonianze identitarie del patrimonio salentino: borghi antichi, cappelle e chiese votive, cripte ipogee, dipinti e sculture, feste religiose, processioni e riti propiziatori, documentari audiovisivi, mostre e musei, concerti e manifestazioni artistiche e musicali, antichi diari di viaggio.