Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Alla Fitur di Madrid

Nella capitale spagnola la Fiera Internazionale del Turismo è il primo incontro dell’anno delle manifestazioni di settore, seguono la Bit a Milano e l’Itb a Berlino. Questo primo appuntamento ha messo in luce i primi segni della crisi: 14 tra padiglioni, 166 Paesi rappresentati, un po’ di spazi vuoti, altri non occupati, alcuni assenti di grido

Crisi? Sì, ma non per tutti

L'autore dell'articolo in costume di dama spagnola settecentesca
L’autore dell’articolo in costume di dama spagnola settecentesca

Eppure, a conti fatti, l’attuale traffico di gente in cielo e sui mari non è poi così disastroso; gli aerei volano quasi pieni, si varano navi grandi come cittadine ecc.; ciò malgrado alla Fitur l’atmosfera non era delle migliori (forse è meglio dire un filino depressa). La ragione? A prendere atto di questo non poi così drammatico momento del turismo erano le ‘vittime’, nel senso che, sviluppandosi questo ‘turismo fai da te’ mediante ‘nuovi viaggiatori’ fruitori di internet e voli Low Cost, comprati direttamente, gli ‘scavalcati’ operatori turistici e gli agenti di viaggi (appunto le “vittime”) non avevano molto di cui gioire.

E vanno capiti, perché anche gli alberghi (altra componente del cosiddetto “pacchetto” di viaggio composto da vettore, pernottamenti ed eventuali altri servizi) non è che con tour operator e agenti di viaggi siano particolarmente teneri, anzi, per meglio dire li fregano che è un piacere.

Ma come? Sempre per internet, naturalmente: aperto il sito gestiscono il booking e vendono direttamente a chi gli pare al prezzo che gli piace, ovviamente inventandolo di volta in volta (se l’albergo è pieno si chiede la tariffa piena, se invece la lista delle prenotazioni langue si straccia il prezzo, col risultato che il web-nauta ha fatto un affare e l’albergo ha tirato su da campare). Pertanto, tra tante tariffe inventate a capocchia, il povero tour operator (e l’agente di viaggi che con lui lavora), munito soltanto di un “prezzo fisso” contrattato con l’albergatore, rischia sovente di fare la figura del cioccolataio con chi gli chiede dove (e per quanto) andare a dormire.

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Ah! I bei tempi del “Pata Negra”!

Alla Fitur di Madrid

Sarà questa preoccupazione (dei sempre meno allegri e numerosi ‘facenti viaggiare’), sarà la crisi del ‘Ladrillo’ (il mattone, più in generale la cosiddetta ‘bolla edilizia’) che preoccupa la Spagna, ben più che le incerte ma abbastanza solide finanze dei suoi colossi bancari, fatto sta che questa edizione della Fitur 2011 (nei 75.000 mq, 14 tra padiglioni e strutture di riunione, 166 Paesi rappresentati, un po’ di spazi vuoti, altri non occupati, alcuni assenti di grido) faceva più pensare alla perplessità della formica che alla baldoria della cicala. Una prova? Feste, animazione, meetings, ‘actos’ e ricevimenti negli stand, sì; ridanciano e gioviale ambiente tra spumantini, birra e canapè, ancora sì. Ma il divino, il mitico, il saporito, però anche costosissimo Pata Negra (prosciutto di maiale iberico per chi non avesse letto il mio minitrattato, ndr) latitava. O quantomeno faceva solo timide apparizioni, con tanta, tanta parsimonia. (10/02/2011)

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