Il Tesoro del duomo di Monza è una collezione inestimabile e unica al mondo, che solo da poco ha trovato un’acconcia sede espositiva. Malgrado il Tesoro sia davvero straordinario, esso non vede la quantità di visitatori che meriterebbe. La collezione comprende pezzi incredibili come la Corona Ferrea, diadema con cui furono incoronati Carlo Magno e Napoleone, la Croce di Berengario, il Dittico di Stilicone. Ma il capolavoro di arte orafa che più attrae il visitatore è la chioccia d’oro con i suoi sette pulcini. D’oro non è questa gallina, ma d’argento dorato, come i suoi bambini. Lei lavorata a sbalzo, i piccoli ottenuti per fusione. Le pietre che costituiscono gli occhi sono rubini o granati negli occhi della mamma, smeraldi o zaffiri quelli dei suoi piccoli. La tradizione vuole che la gallina sia stata trovata nella tomba di Teodolinda, leggendaria fondatrice della città nel VI secolo dopo Cristo. Un capolavoro dell’oreficeria longobarda, insomma, che la grande regina amava a tal punto da volerlo portare con sé nella tomba. Un oggetto misterioso, a cui sono stati attribuiti molti significati: la chiesa che protegge i suoi fedeli, un augurio di fecondità per la regina, Teodolinda e le sette province longobarde.
Donne come stelle
Per alcuni (di indole più poetica) la gallina è una rappresentazione delle Pleiadi, la costellazione boreale conosciuta anche con il nome di “chioccia”, mentre i pulcini sono le stelle più importanti della costellazione, conosciute fin dall’antichità in numero di sette. Sette sorelle erano le Pleiadi della mitologia greca, figlie di una regina delle Amazzoni (la nostra chioccia?), donne libere destinate a diventare stelle. In greco antico il nome deriva guarda caso da quello di un uccello, che però è la colomba e non la gallina, oppure significa “coloro che aiutano la navigazione”. Le Pleiadi sono guide celesti, quindi, che aiutano a trovare la strada giusta. Per i vichinghi le Pleiadi erano le sette galline di Freyja, la dea dell’amore, mentre presso alcuni popoli dell’America del nord e del sud, popoli che Teodolinda certo non poteva conoscere, le Pleiadi erano note con il nome di “donne”.
A noi piace pensare che la chioccia sia simbolo di un potere femminile, in grado di lasciare un retaggio dietro di sé, come fu in grado di fare Teodolinda con la sua opera terrena di madre, regina e fondatrice di città. Un potente simbolo di rinascita, che ci racconta come la vita non muoia mai del tutto, ma lasci sempre qualche pulcino. Un simbolo molto aggraziato e tenero, ma prezioso e insieme ancestrale, della vita che continua dopo la morte. (07/03/2011)
Info: www.museoduomomonza.it