Venerdì 26 Aprile 2024 - Anno XXII

Orange: il più bel muro del regno

Si trova nel sud della Francia, ad Orange. Il regno era quello di Luigi XIV, monarca innamorato di quest’opera vecchia di secoli e la “muraille”, come viene chiamata dai francesi, è ancora lì a testimoniare l’universalità delle conquiste Romane

Il magnifico teatro di Orange
Il magnifico teatro di Orange

 

Nessuno più dei Galli moderni (i nostri cugini francesi) ama i monumenti dei Romani antichi, si sa. È così e basta. Un esempio è il teatro romano di Orange, restaurato dai francesi nel lontano 1824 e presente nella lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1981. Il teatro è magnifico e scenografico: nemmeno a Roma è rimasto nulla di simile.

Il Re Sole e il muro più bello del suo regno

Il muro con la statua di Augusto
Il muro con la statua di Augusto

I francesi di ospitare un gioiello lo sapevano già ai tempi di Luigi XIV, che definiva la scena, cioè la parte dietro il palco, di questo magnificente teatro come “le plus belle muraille de son royaume”, il più bel muro del suo regno. E Luigi di cose belle se ne intendeva.

Un tempo ornata da decorazioni, alla scena ora oggi restano solo tre colonne in croce e la statua di Augusto, ma al Re Sole, considerata anche la grandeur del soggetto, sarebbe bastato. Augusto è lì dal 1951. Prima era stato fatto a pezzettini dalle invasioni e dal tempo. Ora, ricostruito a puntino, dall’alto dei suoi tre metri e mezzo di altezza saluta i visitatori dalla nicchia in cui è stato posizionato, nel bel mezzo di questa spettacolare parete da re, alta 37 metri e lunga 103. Il resto dello splendore a tutto ciò lo conferisce la luce del Sud della Francia, con quei caldi toni di arancione che in tutti i sensi si addicono alla località.

Verdi e Ottaviano Augusto, insieme

Festival delle Chorégies
Festival delle Chorégies

Degne della scena, e del Divo Imperatore, sono le gradinate: 37 file di gradini a semicerchio, che potevano contenere la bellezza di quasi 10.000 persone, praticamente un terzo degli attuali abitanti di questa deliziosa cittadina della Vaucluse. Quindi, a cavallo tra il I secolo a.C e il I secolo d.C, cioè quando l’opera vide la luce, questa zona doveva essere ricca e assai frequentata. E doveva viverci qualcuno di importante, questo è certo. Altrimenti non si spiega tale dispiego di forze per portare l’arte teatrale in una provincia tanto remota.

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L’acustica, straordinaria quanto la struttura e ben conservata anch’essa, ne fa la sede naturale di un festival musicale, quello delle Chorégies. Ora, dopo due millenni, in questi gradini a semicerchio ci stanno ancora almeno 7000 spettatori per sera, che siedono ai piedi del Grand Mur per assistere a grandi spettacoli con grandi attori (la mitica Sarah Bernhardt amava esibirsi qui) o a opere liriche come l’Aida. Ottaviano Augusto e Giuseppe Verdi insieme, e i nostri antichi muri che non cadono. A volte è bello essere italiani.

(12/03/2012)

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