Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Cartagena de Indias, perla del “Caribe”

Città dal fascino universale, Cartagena. Fascino che in tempi moderni le deriva dalle opere letterarie (specie di Garcia Marquez) e dall’essere stata “set” per numerosi film di successo. Ma anche per aver avuto una storia complessa e gloriosa

Navigatori, cartografi, scopritori, alle prese con i feroci Caribes

Cartagena de Indias, perla del "Caribe"

La penetrazione spagnola nell’attuale Colombia cominciò con la fondazione di Santa Marta (1526, la più antica città del sud America) dopo una ventina d’anni di esplorazioni compiute dal sivigliano Rodrigo de Bastidas. Si parla dei grandi momenti della storia della navigazione, con il Mar dei Caraibi solcato da eccellenti personaggi: Juan de la Cosa – pilota con Colombo ed eccelso cartografo, autore del primo mappamondo -; Vasco Nuñez de Balboa – nel 1513 scopritore dell’oceano Pacifico -; Alonso de Ojeda e Americo Vespucci (ai quali, secondo alcuni storici indecisi, spetta ‘ex aequo’ la fama di aver battezzato ‘Veniciola’ l’attuale Venezuela).

‘Descubridores’ destinati a fare una gran brutta in fine, più per l’esecranda fame dell’oro che per mano degli ‘indigenas’ (gli antropofagi Caribes preferivano saziarsi con i miti Arawak dopo averli cacciati dai loro villaggi).

Nel 1533, nasce la Cartagena colombiana

Case del Barrio Getsemani
Case del Barrio Getsemani

E dopo Santa Marta sorse Cartagena. Alla testa di una spedizione eterogenea (una Nao, tre Caravelle, una Fusta, 150 uomini tra i quali 50 ‘negros macheteros’ e 22 cavalli) il 14 gennaio 1533 Pedro de Heredia, Conquistador madrileno, sbarcò nella terra degli indigeni Calamares e fondò un ‘asentamiento’, destinato – il 1° giugno dello stesso anno – a divenire una ‘ciudad’ cui fu posto il nome Cartagena de Levante (a ricordo della omonima spagnola, attualmente nella provincia di Murcia).

La giovane Cartagena (in seguito de Indias) ebbe però un’infanzia difficile. Già nei primi anni che seguirono la sua fondazione, quello che sarebbe divenuto il più importante e munito porto dell’impero spagnolo, fu vessato da devastanti incursioni dal mare. A opera di gente poco raccomandabile, una eterogenea e dispersa armata multinazionale (soldati, disertori, naufraghi, avventurieri, marinai, in prevalenza inglesi, francesi e olandesi; ma non mancarono portoghesi falliti nella tratta degli schiavi e negri africani sfuggiti alla schiavitù. Tutta gente che per secoli mise a ferro e fuoco i possedimenti spagnoli nei Caraibi. (1- continua)

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