L’Esterel è un’esperienza mentale, più che visiva. Noi cerchiamo illusioni sceniche in paesaggi tridimensionali elaborati al computer, per sentirci su Marte o su strani pianeti di altri Sistemi Solari. Ecco, l’Esterel è un mondo alieno in carne e ossa, anzi in mare e roccia. Uno ve lo può descrivere compiutamente, ma non serve a niente, perché qui si parla di un viaggio in un’altra dimensione.
Rocce rosse su un mare del blu più intenso che possiate immaginare. Il rosso e il blu si compenetrano generando come dei fiordi, però fatti solo di venature di colore.
Questa è Costa Azzurra? Sì.
Un posto senza uguali nello splendore del mezzogiorno, che diventa una poesia con l’arrivo della sera. Il mare si incupisce insieme al massiccio. Se non siete troppo vecchi per farvi imbrogliare da un tramonto sul mare, lasciate che l’Esterel vi compenetri e vi faccia diventare parte di sé.
Arrendetevi al suo potere alieno, e prima della notte sarete anche voi mare e roccia. Ma non per scherzo, sul serio.
L’uomo “ornamentale”
L’Esterel è tutto sfaccettato, complesso e facile, aguzzo e morbido, come un sogno in cui le cose diverse si unificano, la lontananza si pareggia. Nel suo insieme è come un’unica stella brillante, e non per caso il nome ricorda un astro. La tagliente roccia rossa guarisce le sue ferite nel mare, che contro di lei fortifica uno spirito troppo sinuoso.
Il mare e la montagna si incontrano, ma non sempre per un motivo, non sempre per generare qualcosa di immenso e potente, forse nemmeno con la seria intenzione di sfiorarsi. Però magari non inutilmente. Non so cosa sarete, se blu o rossi, se acqua o pietra, ma so che una volta lì, vi trasformerete in una parte del paesaggio. Non una parte essenziale, ma ornamentale. Sarete una piccola cosa dentro uno splendore che sembra trovarsi in chissà quale universo parallelo. E forse è davvero così.
(11/04/2011)