Il cerchio si chiude all’Hangar Bicocca, con l’ultima delle mostre previste dal progetto “Terre vulnerabili”, a cura di Chiara Bertola con Andrea Lissoni. Quattro tappe, ispirate idealmente alle fasi lunari, titoli di grande suggestione e temi altrettanto impegnativi definiscono, ancora fino al 17 luglio, il motivo di richiamo dell’Hangar Bicocca, grande spazio votato all’arte contemporanea, con il solo difetto di trovarsi in periferia: per i milanesi, a venticinque minuti di metropolitana, più due fermate del bus 51, da piazza Duomo. “Terre vulnerabili” ospita in tutto trentuno artisti, italiani e stranieri, in opere che vanno dai video alle installazioni. Roman Ondák, Alberto Tadiello, Pascale Marthine Tayou, Nari Ward sono gli autori dell’ultima tranche, che aggiungono il loro lavoro a quello degli altri già in mostra, dall’inizio del progetto, a ottobre, sino alle tappe inaugurate a febbraio e marzo. Alcuni nomi: Mario Airò, Stefano Arienti, Ackroyd & Harvey, Christane Lohr, Remo Salvadori, Carlos Garaicoaa, Kimsooja.
L’anello debole della catena
“L’anello più debole della catena è anche il più forte perché può romperla” è il titolo della mostra inaugurata il 5 maggio. E’ la dialettica degli opposti a permeare lo spirito generale del progetto: la vulnerabilità, tema sul quale si sono interrogati gli artisti, che è anche cambiamento, divenire, crescere o deteriorarsi o, ancora, potere di distruggere o ricreare. In mostra si può vedere come è mutato l’aspetto delle installazioni già esposte mentre, tra le opere nuove, grande impatto sul pubblico avranno “Plastic Bags” di Tayou e “Soul Soil” di Nari Ward. A Tayou è stato assegnato il locale “Cubo” dell’Hangar per il voluminoso agglomerato di sacchetti di plastica colorati, già esposto alla Queensland Art Gallery di Brisbane, in Australia, e rivisitato per la Bicocca. Quattro colori si ripetono, in armonia tra di loro, nel’opera, un cono rovesciato appeso al soffitto, che fa del suo materiale, la plastica, l’icona più rappresentativa del nostro mondo.
Attorno alle torri celesti
L’installazione “site-specific” di Nari Ward, nata e pensata per l’occasione, ha un legame ulteriore con l’Hangar Bicocca: è composta da materiali di riciclo, tra i quali gli stracci ricavati dall’opera Personnes, di Christian Boltansky, allestita in via Chiese l’estate scorsa. Il grande contenitore ovale di Nari Ward accosta lembi di vestiti, manici di badili, parti in ceramica di sanitari, in un coloratissimo ensémble non privo di una sua bellezza.
Il visitatore che giunga all’Hangar per la prima volta, o chi vi ritorna dopo l’inaugurazione di ottobre, rivedrà con stupore la fotografia impressa sull’erba di Ackroyd & Harvey, “Testament”. L’immagine di una signora anziana è stata prodotta per fotosintesi, proiettando un negativo fotografico su una superficie erbosa. La foto muta di colore e tende via via a sbiadirsi. Vulnerabili come noi tutti, le opere del progetto si accostano ai monumentali Sette palazzi celesti di Anselm Kiefer, installazione permanente all’Hangar, indimenticabili.
(12/05/2011)
Terre vulnerabili 4/4
Fino al 17 luglio 2011
Milano, Hangar Bicocca, via Chiese 2
Orario: da martedì a domenica 11-19; giovedì 14.30-22
Informazioni: www.hangarbicocca.it