Mio figlio aveva quattro anni quando siamo approdati a quella spiaggia e ancora adesso che va alle medie si ricorda la fila di conchiglie che non finiva mai. Ed è proprio così, quella spiaggia; non solo nella visione ingigantita della realtà propria dei bambini: favolosa e lunghissima, bianca e pressoché deserta. Siamo alle foci del Rodano, l’acqua del mare è verde e fredda, ma rigenerante e abbastanza palustre e odorosa da sembrare termale.
La Camargue quando si getta nel mare lo fa in modo selvaggio e nomade, restando attaccata alla pelle. Non è caraibica, bensì qualcosa di profondamente mediterraneo e arcano, come se arrivasse – sabbia conchiglie e fiume – direttamente dal nostro passato remoto. Difficilmente si trova un paesaggio più sensuale, dove la sensualità non si sa da cosa mai sia data, ma si sente in modo indubitabile.
La religiosità misteriosa delle Tre Sante
Les Saintes Marie de la Mer è il capoluogo, un paesino bianco con basse casette chiare che sembrano la naturale continuazione urbana della spiaggia. In questa terra calda, fitta di zanzare, densa di passione, secondo la leggenda è dove, partite in barca dalla Palestina, approdarono le tre Marie: Maddalena, Maria Jacobi e Maria Salomé. Luogo ideale per rinascere o solo per ricominciare, come due delle tre donne (Maddalena se ne andò ad alimentare misteri altrove) che qui rimasero, insieme a Sara, santa patrona dei gitani, i quali vengono qui ogni anno a fine maggio a festeggiarla.
Le sue spoglie hanno trovato spazio nella cripta della splendida chiesa-fortezza medievale di Notre Dame de la Mer, una stanza scura e sotterranea piena zeppa di candele accese, il cui fumo, di secolo in secolo, ha finito per annerire le pareti. Si percepisce una religiosità poco contemplativa e quasi carnale, che un po’ spaventa chi è abituato a una fede asettica e anche poco coinvolgente. La stessa Sara, Vergine Nera, sembra provenire da un culto pagano, al quale, una volta qui, non è difficile aderire. (30/05/2011)