Mercoledì 24 Aprile 2024 - Anno XXII

Affidati al Salvatore

San Salvatore è il monte che svetta su Lugano e il lago Ceresio. Dall’alto si gode una vista panoramica a 360° con lo sguardo che abbraccia le montagne svizzere e italiane. Comincia da lì la nostra camminata nei boschi fino a raggiungere il lungolago di Morcote. Una piacevole escursione da fare in giornata

Il ponte che taglia il lago tra Melide e Bissone visto dall'alto del monte San Salvatore
Il ponte che taglia il lago tra Melide e Bissone visto dall’alto del monte San Salvatore

Paradiso è il punto di partenza della nostra gita domenicale ma anche il titolo che potremmo dare alla giornata. Dal piccolo comune ticinese attaccato a Lugano, la funicolare di San Salvatore ci porta in una decina di minuti in cima all’omonimo monte: l’altitudine non è eccessiva (912 metri sul livello del mare) ma è sufficiente per regalare una vista panoramica straordinaria a 360°. Il monte San Salvatore è un ripido sperone che domina il lago di Lugano, detto anche Ceresio. Guardando verso ovest si vedono i sobborghi della città, con l’aeroporto di Agno. Verso nord si aprono Lugano e il Monte Brè, sotto i quali si trovano Castagnola, famosa per la villa di Hermann Hesse e il romantico borgo dei pescatori di Gandria, all’imbocco del ramo del lago che torna in Italia a Porlezza. Verso Est le pendici del Monte Caprino giungono al lago e spicca Campione d’Italia, soprattutto per la mastodontica struttura del Casinò. A sud lo sguardo scorge subito il famoso Ponte autostradale e ferroviario che taglia il lago tra Melide e Bissone. Poco oltre, la Punta di Poiana segna il luogo dove il lago si biforca, subito dietro si vede la cima del Monte San Giorgio e, sulla sinistra, il Monte Generoso e la linea di confine tra Svizzera e Italia fino a scorgere in lontananza la pianura lombarda e la foschia sopra Milano.

Verso il parco botanico di San Grato

Il sentiero che conduce a Morcote
Il sentiero che conduce a Morcote

Una cartolina ancora più vivida se si salgono alcuni gradini e si raggiunge la spoglia chiesetta romanica di San Salvatore di proprietà dell’Arciconfraternita della Buona Morte ed Orazione: un piccolo museo ai piedi della cappella raccoglie documenti e oggetti d’arte sacra che ripercorrono la storia di questi confratelli vestiti con un saio di ruvida tela bianca e incappucciati che, sino a non molto tempo fa, accompagnavano al patibolo i condannati a morte confortandoli negli ultimi istanti. Una sosta al punto ristoro e poi giù, lungo il sentiero nel bosco che ricopre l’aspro sperone roccioso. Dall’alto del Monte San Salvatore inizia infatti la nostra escursione che ci condurrà all’imbarcadero di Morcote distante nove chilometri da dove siamo. La discesa da San Salvatore è completamente riparata dall’ombra degli alberi, ottimo in caso di calura. Il percorso è ripido ma alla portata di tutte le gambe con un minimo di allenamento e un po’ di attenzione a dove si mettono i piedi. Dai 900 metri della cima si scende sino alla frazione di Ciona (600 m) per proseguire per Carona deviando su una strada mulattiera per un breve tratto. Il paese ha un centro storico molto carino e una caratteristica chiesa romanica, San Giorgio, con un bell’affresco sul Giudizio Universale. Da Carona si può scegliere di seguire lungo la strada cantonale o immergersi di nuovo nell’ombra del bosco. Non abbiamo dubbi, scegliamo il sentiero, questa volta in leggera salita: un paio di chilometri ci separano da San Grato (700 m di altitudine), un parco botanico ampio e curato con azalee, rododendri e conifere che ricoprono la montagnola da esplorare seguendo uno dei diversi sentieri tematici indicati dai pannelli. Anche San Grato regala una splendida vista sul lago e la catena alpina, l’ideale per una pausa ristoratrice che rinfranca dalla fatica della camminata.

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Scalini interminabili ripagati dal panorama

Il campanile della chiesa di Santa Maria del Sasso sul lago di Lugano
Il campanile della chiesa di Santa Maria del Sasso sul lago di Lugano

Siamo a metà percorso. Mancano ancora 4 chilometri circa per raggiungere Morcote. Dai 700 metri di altitudine di San Grato il sentiero si allarga e si immerge di nuovo in leggera salita nel bosco. Il dislivello è di circa 100 metri diluiti lungo un paio di chilometri fino ad arrivare ai prati dell’Alpe Vicania attraverso il bosco del Monte Arbòstera dove comincia la discesa con destinazione il lago. Da qui ci sono due opzioni, una più lunga passa da Vico Morcote, la seconda, quella che abbiamo scelto, è il tratto più impegnativo dell’escursione che mette a dura prova piedi e, soprattutto, ginocchia. Il percorso segue la parete rocciosa della montagna trasformandosi in una lunga discesa a gradoni di pietra. Il panorama cambia di nuovo e le panchine panoramiche fissate in punti strategici fanno intravedere l’altra riva del lago dove si erge la cima del monte San Giorgio (Patrimonio Mondiale Unesco per i fossili di animali preistorici).

La strada è stretta e ripida. Ogni tanto si incontra qualche coraggioso escursionista che ha scelto di intraprendere il ripido percorso in salita, partendo dalla parte opposta alla nostra. Finalmente arriviamo al capolinea: Morcote. Capisci che sei arrivato alla fine quando i tronchi d’albero lasciano spazio a un campanile, quello della chiesetta di Santa Maria del Sasso che si staglia scenograficamente sullo sfondo lacustre. Ancora pochi passi in discesa e si arriva nel centro del borgo, sulla riva del lago. Le gambe sono stanche ma di quella stanchezza sana che passa una volta imbarcati sul traghetto, con la brezza che ci sfiora il volto sino a Lugano. Da lì si torna a casa, ancora a piedi, stavolta a riposo, seduti comodamente sul treno. (15/06/2011)

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Info: www.lugano-tourism.ch/it

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