Prima del famosissimo 4-3 alla Germania, la nazionale di calcio di Rivera, Mazzola e Riva, disputò le fasi preliminari di quel “mundial” nella città di Guadalajara. Fu probabilmente quella, la prima volta che l’Italia pallonara scopriva lo stato messicano di Jalisco, la tequila, i nachos e le tortillas. Secondo centro urbano del Messico per estensione, numero di abitanti ed importanza economica, Guadalajara conserva importanti tracce della sua storia. Fondata nel 1530 da Cristobal de Onate (si chiamava inizialmente Espiritu Santu, ma il suo nome di origine araba, significa torrente di pietre), la città è situata sulla sinistra del Rio Grande de Santiago a poca distanza dal grande lago di Chapala. La Plaza Major, con il Palazzo del governo e la Cattedrale, è il posto giusto per iniziare a scoprire una città singolare. Nella Cattedrale troviamo una Assunzione del Murillo, che fa da prologo a un itinerario del barocco che ci condurrà alle cattedrali di San Francesco, San Filippo Neri, Santa Monica, Nuestra Senora de Guadalupe, per terminare in quello che viene considerato l’esempio più elevato di questo stile architettonico in Messico, vale a dire il Seminario Vescovile al cui interno c’è un importante museo di arte precolombiana. Nella pianura che circonda la città, spiccano gli sterminati campi di coltivazioni di agave dai quali si distilla la tequila, il liquore tipico del Messico.
Tre percorsi da primato
Sono un mezza dozzina i campi da golf della città, ma tre in particolare meritano un visita. L’Atlas Country Club (18 buche par 72, mt. 6.256) è un circolo esclusivo, situato a sud della città, con un unico ostacolo d’acqua che interessa marginalmente un paio di buche. Ciononostante è un tracciato assai interessante. Il Guadalajara Country Club (18 buche par 72, mt. 6.233), è il primo campo da golf realizzato in questa città, quasi settant’anni fa. Si trova in centro città, è dotato di una alberatura possente e di un perfetto manto erboso dei fairways, che lo rendono veramente una “icona” del golf messicano. Lorena Ochoa, la grande campionessa ritiratasi qualche mese fa, dal punto di vista anagrafico e golfistico, è nata qui e per anni ha abitato in una villa al’interno del campo. Terzo campo da segnalare, l’El Palomar Country Club (18 buche, par 72, mt. 6175), probabilmente il percorso più spettacolare e affascinante della zona. Situato su di una collina che domina la città, è uno dei pochi campi di montagna del territorio latino-americano. Straordinario, il panorama della città che regala il tee della 2.
Guadalajara “à la carte”
L’Hotel Francès ha 400 anni di vita (al tempo, si chiamava El Meson de San Josè). Costruito nel 1610 e re-inaugurato dopo un importante restauro (che ha lasciato però intatta la struttura e l’arredamento) nel 1981, è un’autentica chicca coloniale, con la lobby che ospita una fontana di marmo al centro della sala/giardino, sulla quale si affacciano le balconate interne di questa straordinaria struttura. Da Irma Corajes, la carne asada viene servita con legumi e patate al forno, affiancata da un piatto di lengua en salsa verde. Un mix particolare, che non si dimentica per tutta la vita. Il Santo Coyote: Cocina, filosofia, historia è un ristorante bar dove si mangia bene, si beve meglio e l’atmosfera è quella di un locale di Montmartre. Tutte le specialità di tequila più raffinate, si trovano nel Cafè D’Val , nei pressi del Palazzo del Gobierno.