Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Santa Caterina a Pienza

Cristoforo di Benedetto da Bologna (doc. 1456-1497) Santa Caterina da Siena e un devoto inginocchiato. Firenze, Antichità Dei Bardi Per celebrare il 550° anniversario della canonizzazione di Santa Caterina da Siena, voluta nel 1461 da Pio II, il Museo Diocesano di Pienza espone per poco più di due mesi (sino al 4 settembre) una inedita tavola quattrocentesca raffigurante la domenicana senese in atto di benedire un devoto, proveniente da una collezione fiorentina. Curata dal direttore del museo Gabriele Fattorini, l’esposizione è parte di un progetto più ampio, che vede la sede museale pientina istituire uno stretto dialogo con la mostra … Leggi tutto

Cristoforo di Benedetto da Bologna (doc. 1456-1497)
Santa Caterina da Siena e un devoto inginocchiato.
Firenze, Antichità Dei Bardi
Cristoforo di Benedetto da Bologna (doc. 1456-1497)
Santa Caterina da Siena e un devoto inginocchiato.
Firenze, Antichità Dei Bardi

Per celebrare il 550° anniversario della canonizzazione di Santa Caterina da Siena, voluta nel 1461 da Pio II, il Museo Diocesano di Pienza espone per poco più di due mesi (sino al 4 settembre) una inedita tavola quattrocentesca raffigurante la domenicana senese in atto di benedire un devoto, proveniente da una collezione fiorentina.

Curata dal direttore del museo Gabriele Fattorini, l’esposizione è parte di un progetto più ampio, che vede la sede museale pientina istituire uno stretto dialogo con la mostra di libri antichi e incisioni cateriniane allestita simultaneamente nel vicino Museo della Fabbriceria dalla Società Bibliografica Toscana. La Santa Caterina benedicente un devoto rappresenta una rilevante acquisizione per l’iconografia cateriniana quattrocentesca ed è stata riconosciuta da Andrea De Marchi al raro pittore bolognese Cristoforo di Benedetto (documentato dal 1456 al 1497). Il dipinto, come evidenziato da Matteo Mazzalupi, doveva essere destinato a un piccolo altare o al sepolcro del giovane uomo che vi è effigiato di profilo. Per quanto fosse una terziaria, Caterina veste l’abito delle monache domenicane, ma tale sostituzione è comune già nel Quattrocento; la mano destra benedice il suo devoto, mentre nella sinistra sono i due consueti attributi del Crocifisso e del cuore, poco in basso, raccolto in un vaso di gusto antiquario, è invece il giglio simbolo della di lei purezza.  -Gianfranco Nitti-

(28/06/2011)

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