Mercoledì 24 Aprile 2024 - Anno XXII

Acquedotti antichi nell’arte contemporanea

Aperta da pochi giorni la mostra che richiama l’attenzione sulle storiche condutture dell’acqua, vanto della Roma antica. Le riflessioni di architetti, fotografi e artisti, sul paesaggio urbano e della campagna romana

Santiago Calatrava, Acquedotti Romani, 2005 - 2011
Santiago Calatrava, Acquedotti Romani, 2005 – 2011

È dedicata agli acquedotti la mostra aperta da pochi giorni a Roma, a Cinecittàdue Arte Contemporanea. “Acquedotti romani” prende il via dal paesaggio urbano e della campagna attorno alla capitale, con i resti degli antichi sistemi di trasporto dell’acqua, per un’esposizione che spazia dai progetti di architettura all’arte contemporanea. Disegni, riproduzioni e fotografie degli acquedotti storici si affiancano a libere interpretazioni di artisti, scrittori, poeti. In mostra figurano nomi dell’architettura contemporanea, tra cui Alessandro Anselmi, Santiago Calatrava, artisti quali Mimmo Paladino, fotografi come Gabriele Basilico e tra gli scrittori Marco Lodoli. La sede della mostra è quasi un’ulteriore riflessione sugli spazi urbani: Cinecittàdue Arte Contemporanea, spazio espositivo permanente, nell’omonimo centro commerciale.

Dalla campagna romana a visioni contemporanee

Gianni Dessì,
Gianni Dessì, “Senza titolo”, 2008.
Fotografia di Sebastiano Luciano

Vanto della Roma antica, gli acquedotti arrivavano a undici e furono costruiti a più riprese, dal 312 avanti Cristo sino al 226 dopo Cristo. Gli imponenti sistemi di condutture portavano l’acqua dalle sorgenti delle campagne laziali sino alle abitazioni cittadine, utilizzando tecniche differenti, in molti casi ottimizzando il grado di pendenza dei percorsi e la forza di gravità.

Distrutta dagli Ostrogoti nel 537, la rete idrica lasciò in più punti il ricordo del suo passato sottoforma di ruderi, per secoli immortalati nei dipinti sulle campagne romane. Le immagini che testimoniano lo stato attuale degli acquedotti antichi, ma soprattutto l’ispirazione degli artisti contemporanei, danno un nuovo ruolo a questi lontani segni dell’ingegnosità umana. La mostra, a cura di Franco Purini, raccoglie i contributi di 32 artisti ed è aperta fino al 6 novembre. (12/07/2011)


Info: tel. 06/7220910

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