Venerdì 26 Aprile 2024 - Anno XXII

Il misterioso protettore di Portogruaro

Il simbolo della città veneta è costituito da due gru ai lati di un campanile. Dietro questo stemma è nascosta una leggenda legata alla nomenclatura di Portogruaro: pare infatti derivi da “Gruarius”, nome di origine celtica che indica il guardiano del bosco

Portogruaro sul fiume Lemene
Portogruaro sul fiume Lemene

Portogruaro sorse nel XII secolo come centro di grande importanza economica e commerciale. La sua fortuna era causata dalla posizione geografica sul fiume Lemene, navigabile fino al mare e non distante dalla ricchissima Venezia. Nonostante tutto anche questo borgo trascorse inesorabilmente un lungo periodo di decadenza.

Portogruaro nacque in seguito a un evento abbastanza curioso per l’epoca. Siamo nel 1140 e Gervino, vescovo della diocesi di Concordia, padrone di un vasto territorio, decide di regalare alcuni suoi possedimenti a un gruppo di contadini e commercianti dandone piena libertà di edificazione e di commercio. Ciò rappresenta un rarissimo caso di “cooperativa”, solitamente i feudatari mai si sognavano di donare così liberamente i propri terreni e quando ciò accadeva avrebbero chiesto come “ringraziamento” dei dazi in denaro, in prodotti della terra o in obblighi di presenze militari nel proprio esercito in caso di necessità. Non è che gli ecclesiastici si comportassero diversamente, anzi in cuor loro e della Santa Sede, i contadini avrebbero dovuto donare spontaneamente le offerte del proprio terreno e ancor più questo non poteva essere ceduto perchè rimaneva proprietà della Chiesa.

Il guardiano celtico Gruarius e la simbologia della gru

Lo stemma cittadino
Lo stemma cittadino

Il simbolo della città è costituito da due gru ai lati di un campanile, quasi come a voler indicare una fortezza circondata dalle paludi. Ma vi è una leggenda legata alla nomenclatura, pare infatti derivi da “Gruarius”, un nome di origine celtica che indica il guardiano del bosco. Anticamente questi territori erano ricoperti da fitti boschi nei quali viveva una tribù celtica che, intimorita dalle vicine colonie romane (nei pressi vi era Iulia Concordia), nominò all’unanimità un guardiano chiamato Gruarius, che doveva vigilare su eventuali pericoli. Inoltre la raffigurazione della gru è un ulteriore scelta non casuale. La gru, che insieme a una sua gemella guarda e protegge il campanile nello stemma della città, è stata considerata da sempre simbolo di vigilanza, questo perché accade che al crepuscolo, quando lo stormo di gru si raduna per il riposo, una di loro viene scelta a guardia del gruppo. Essa starebbe con un sasso trattenuto nella zampa sollevata, cosicchè, nel caso si addormentasse, il sasso cadrebbe svegliandola e richiamandola al dovere. Ancora una volta l’uomo prende spunto ed esempio dalla perfezione della natura. Il prefisso “Porto”, invece, è stato aggiunto come a specificare che, nonostante non fosse una città prettamente di mare, conservava in sé tutte le caratteristiche di un vero e proprio porto marittimo commerciale, purtroppo oggi in disuso.

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Portogruaro, l’alchimia dell’architettura musicale

Archi e trifore contraddistinguono le architetture di Portogruaro
Archi e trifore contraddistinguono le architetture di Portogruaro

La città rimane agli occhi di chi la guarda estremamente deliziosa con i suoi infiniti portici e con il porticciolo incorniciato dai due mulini ad acqua ancora funzionanti, che coronano il passaggio del fiume Lemene. I portici sono gli elementi più particolari e significativi perchè colorati e di diverse forme e tipologie, ma soprattutto si trovano ovunque. Ogni strada è come armonizzata dalla loro presenza che con gli archetti creano un andamento ritmico e quasi sonoro nelle vie cittadine. È come entrare in un gran pentagramma dove il ritmo incalzante degli archi e delle colonnine creano una melodia da ascoltare con gli occhi. In questo strano modo e in maniera assolutamente interessante, è stata creata della musica con l’architettura e non con le note, perchè l’armonia si crea con l’alternanza di pieni e vuoti. Archi a tutto sesto, a sesto acuto, piccoli, grandi, alti, bassi, in pietra, colorati, semplici, decorati, divisi da muri che creano delle pause oppure vicini e intensi. Probabilmente se si interpretasse ogni arco come una nota musicale ne uscirebbe sicuramente una melodia. E non a caso ogni anno viene qui ospitato il Festival Internazionale di Musica che riunisce maestri e allievi di tutto il mondo. (19/07/2011)

 

* Isabella Dalla Vecchia è autrice insieme a Sergio Succu di Luoghi Misteriosi. Il sito www.luoghimisteriosi.it è un portale no profit che ha l’intenzione di raccogliere articoli, fotografie e video di luoghi misteriosi italiani. Un progetto nato dalla passione nei confronti del mistero.

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