Un pomeriggio qualsiasi in una stazione della metropolitana di un paese orientale, ma potrebbe essere ovunque, visto che la scena è ovunque la medesima: una grande ressa e la gente che si urta senza nemmeno scambiarsi un cenno di scuse… Una coppia di anziani si precipita verso il treno appena arrivato. L’uomo, la borsa della donna in mano, riesce a malapena a salire in carrozza. Non appena si volta, però, scopre con sgomento che i suoi occhi non vedono più la camicetta celeste, la giacca bianca e la gonna beige a pieghe della moglie. Della donna non vi è più traccia. Sparita, letteralmente inghiottita dalla folla.
Così Park So-nyo, 69 anni, minuta, capelli argentati con permanente, scompare, senza denaro e senza documenti, nella sterminata marea umana della metropolitana di Seul. È arrivata nella grande città dal suo piccolo paese di campagna per il solito pellegrinaggio alle case dei figli, soprattutto a quelle del primogenito, appena diventato dirigente di un’impresa immobiliare, e della figlia che scrive romanzi che lei, Park So-nyo, provvede sempre puntualmente a farsi leggere.
La sua scomparsa è per i figli non soltanto fonte di angoscia e di grave preoccupazione, ma anche di rimorsi e di sensi di colpa. La verità è che Park So-nyo, la donna che è sempre stata forte, la madre che non sa leggere ma non è mai stata turbata da nulla, la figura familiare che è sempre stata dalla parte dei figli, che avessero torto o ragione, la persona che tutti potevano chiamare quando qualcosa li angosciava, ha bisogno per la prima volta dei figli.
Prenditi cura di lei con la sua prosa impeccabile ed essenziale ci mostra che cosa significa essere una famiglia e quale sia la natura più profonda degli esseri umani.