Venerdì 4 Ottobre 2024 - Anno XXII

Estate ai Bagni Odissea

Quanti sono i Bagni Odissea sparsi lungo l’amata penisola? Tantissimi, questo è poco ma sicuro. Possono avere (democraticamente) nomi diversi: Bagni Purgatorio, Inferno, Ignavia… persino Bagni Bon Ton. Morale. Quelli da evitare non sono i Bagni, ma i bagnanti. Purtroppo, una folla smisurata; vale a dire, un’impresa disperata

Estate ai Bagni Odissea

I Bagni Ulisse sono un insopportabile ricetto di vegliardi spiaggiati, con nipotini mostruosi, figli dei loro figli che si sono riprodotti quando ormai erano più che vizzi. Infatti sono vizzissimi, oltre che odiosissimi, quanto i loro bambini rognosissimi. Tali infanti danno risposte che se avessi osato proferire frasi del genere, mia nonna mi avrebbe spedito con uno schiaffone atomico alla boa, se mi andava bene. Oppure direttamente in esilio in Corsica. Vedendo il parterre, ho soprannominato questa spiaggia Bagni Odissea, non certo perché si intraveda qualche bella Sirena – le sirene qui latitano tanto quanto le persone non si dice simpatiche, ma almeno potabili – ma per la brutta esperienza che è trattare con i Lestrigoni e i Ciclopi che qui purtroppo pullulano. A pensarci bene, ieri deve essere passata dall’Autostrada dei Fiori la Maga Circe, che ha trasformato in porci molti degli esseri (diciamo) umani che erano in coda (me compresa, intendiamoci) in attesa di approdare in Liguria per il week end. Il venerdì sera vengono aperte le gabbie, omeriche e non. Mio figlio minore l’altro giorno, confondendo per un lapsus (o almeno spero) il celebre scienziato con il celebre mostro, ha detto, commentando le agghiaccianti osservazioni di un vicino di ombrellone, “Mamma, confronto a quello lì tu sei più intelligente di Frankenstein”. Se è per quello, rispetto a quello lì mi sento anche più bella di Frankenstein. Con tutto il rispetto per il caro morto vivente, ovvio.

Dagli innocenti gossip alle velenose maldicenze

Estate ai Bagni Odissea

Ai Bagni Odissea vige la cafoneria come sistema di vita. Guai a tirare la corda quando si va in bagno, guai a risciacquare il lavandino dopo essersi lavati mani e cavo orale con conseguente scaracchio. Guai a lasciare il passo agli altri, manco si fosse il manzoniano Fra’ Cristoforo dei tempi antecedenti la conversione, guai a tollerare che qualcuno giochi a tennis da spiaggia o a pallavolo. Bisogna stare fissi come statue di sale, inebetiti. Insieme però bisogna far vedere quanto si è furbi e possidenti, sicuri di sé e plutocratici, viveur e brillanti, ancorché immoti. Le possibilità di riuscita sono nulle, ma tanto anche se uno fosse un Paperon de’ Paperoni con una mente da Premio Nobel sarebbe giudicato un fesso appena gira l’angolo. È ineluttabile. Parli con qualcuno, ti dice malignità assortite e spaventevoli pettegolezzi su quello che si è appena allontanato, il quale proprio il giorno prima ti aveva detto crudeli amenità proprio sul tuo attuale interlocutore. Domanda: che pareri su di te si scambieranno costoro, quando ad andartene per primo sarai tu? Morale: tutti restano prigionieri della spiaggia per l’intera stagione, che faccia caldo o freddo, badando di andarsene per ultimi. Quest’anno, poiché l’estate fa schifo e la spiaggia è percorsa da un vento gelido della steppa che fa venire la brina ai capelli, per evitare di essere vittima delle malelingue c’è gente che rischia la bronchite.

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Proci (o porci?) con ventosa al Lato B

Estate ai Bagni Odissea

Il mio sogno è presentarmi con il celebre arco fatato e compiere una strage di questi proci derelitti, freccia dopo freccia, implacabilmente. Le frecce dei miei sogni proibiti non hanno la punta avvelenata, ma finiscono con una ventosa. Una volta attaccate al sedere del destinatario, si srotola un foglietto con il seguente messaggio di grande acume, pensato appositamente per tali soggetti: “Scemo chi legge”. Pensò però che anche in questo caso fallirei nell’intento dileggiatorio, perché per gli utenti dei Bagni Odissea anche una frase così è un po’ troppo impegnativa dal punto di vista intellettuale. Non capirebbero e si convincerebbero in un lampo che lo scemo che legge è l’unico di tutta la spiaggia il quale, al posto di passare il tempo fissando il vuoto secondo la consuetudine vigente, ha l’ardire di aprire un libro. (04/08/2011)

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