Bol d’Or Classic, si comincia
La prima manche della gara si svolge sabato 10, la seconda sarà domenica alle 14. Massimo Peronetti e Matteo Stella, i due piloti dilettanti, ma carichi di grinta e energia, del team Magni Experience, concludono la corsa con un risultato al di là di tutte le aspettative. Sono le 19 di sabato 10, la prima manche di due ore del Bol d’Or Classic in notturna sta per cominciare,Teo saluta con uno sguardo la sua Ila e salta in sella, Marco lo accompagna per qualche metro e la Magni rossa sparisce in fondo al rettilineo con un filo di gas per i giri di allineamento. La partenza al Bol D’or ha una scenografia incredibile, piloti da un lato della pista sotto le tribune, moto al muretto opposto… Marco va a parlare con Teo che, come pietrificato, è immobile, gli attimi prima di una grande sfida sono terribili, finché ai pensieri non fa spazio l’azione, la mente vortica e sobbalza, fra esaltazione e paura, fra determinazione ed incertezze, fra proiezioni e terrore. Quando lo sbandieratore dà il via e tutti scattano come schegge impazzite verso le moto, come al risveglio da un sogno, cuore a 1000 salta in sella, Pero spinge sul codone della 73 con tutta la forza che ha e fa sobbalzare la Magni, il Guzzi frulla impetuoso,Teo si attacca al gass a due mani e scivola via fra decine di moto.
Matteo Stella alla guida
Al primo passaggio Teo passa in 21esima posizione, è partito fortissimo, le tribune si incendiano del colore dell’oro, il sole tocca appena la pista e illumina le moto come nessun scenografo saprebbe fare e la luna brilla in fondo all’adelaide appena sopra i cordoli. Teo sparisce dietro il cupolino e vibrando tutt’uno con la Magni vive emozioni che sognava da sempre, comincia a recuperare posizione su posizione senza sbagliare una staccata. Tanti sbagliano in questa prima parte di gara, tanti cadono presi dalla foga e mentre il sole fa capolino all’orizzonte, lasciando spazio alla notte, le luci delle moto si accendono nel buio come tante lucciole impazzite lungo retilinei strisciati da colori sfuocati. Tempi costanti, gran passo e nessun errore, Teo come Max non sono piloti professionisti, hanno imparato a guidare le moto sulle strade di tutti i giorni, con l’acqua e con il ghiaccio, sempre con il gas in mano, sempre consapevoli che là fuori non c’e la moto di riserva, che la moto che possiedi è l’unica che hai, è quella che ti sei sudato e che ricomprarla toccherà solo a te. E’ così che hanno imparato a stare in equilibrio sul filo del limite… Teo finisce la sua prima ora di gara con una posizione strabiliante: 14esimo posto, al muretto c’è eccitazione e incredulità, appena sceso tutti lo abbracciano, che emozione, il cambio pilota avviene sotto i riflettori algidi delle luci dei box, Giovanni fa rifornimento con un bidone giallo e una tuta dell’antincendio trovata chissà dove, Pero quasi fatica a respirare quando Teo con una stretta di mano gli lascia la moto. Senza pensarci salta in sella prima che Marco gli dia ok…Là fuori, da solo, vive emozioni che non si raccontano. Dai tempi sui monitor arrivano dati a cui nessuno riesce a credere, è notte piena e Pero sta girando 4 secondi più veloce che di giorno del tempo in qualifica. Alla gran curva dopo il rettilineo entra a vita persa in staccata è imbattibile, all’ultimo giro i tempi dicono DECIMA POSIZIONE! Al rientro sarà 9° posizione!Quasi non ci crede Pero quando scende dalla moto in lacrime per l’emozione… 9° posto su 57 alla partenza è un risultato incredibile!
La seconda manche
La seconda manche è domenica alle 14, l’attesa è lunga e di mattina piove a dirotto fino a mezz’ora prima della partenza. Teo parte con la pista bagnata, ma non è un problema, non cade, non fa errori e dopo un’ora è quindicesimo. Sale Pero, gocciola ancora. Nelle gare di endurance il primo obiettivo è non cadere, il secondo è dare il gas e Pero fa entrambe le cose e riesce a rosicare ancora posizioni, alla fine è 13esimo! La somma delle due manche danno il Team Magni Experience in 7° posizione assoluta, un risultato incredibile per un gruppo di persone armate solo dei loro sogni e tanta passione, un risultato che probabilmente sarà la base per nuove incredibili avventure. I ragazzi, sfiniti dopo la gara e dopo questi estenuanti quattro giorni, avrebbero ancora dovuto guidare fino a casa, sotto la pioggia e al buio, indovinare il traforo del Bianco e rientrare in italia.. ma questa è un’altra storia. (06/10/2011)